Coronavirus, il Consiglio Ue apre alle richieste di Francia e Italia: Recovery Fund entro l’anno
A dare la sintesi dell’atteso Consiglio europeo su quali aiuti far arrivare dall’Unione europea ai Paesi europei colpiti dal Coronavirus è il presidente francese Emmanuel Macron: «C’è un consenso sulla necessità di una risposta rapida e forte. È un passo avanti, nessuno contesta che abbiamo bisogno di una risposta fra i 5 e i 10 punti del nostro Pil. Ci sono disaccordi che restano sui meccanismi». «Grandi progressi, impensabili fino a poche settimane fa, all’esito del Consiglio Europeo appena terminato», dice il premier Giuseppe Conte su Facebook poco dopo. «Un lungo percorso, avviato con la nostra iniziativa e con la lettera dei 9 Paesi membri, oggi segna una tappa importante: i 27 Paesi riconoscono la necessità di introdurre uno strumento innovativo, da varare urgentemente, per proteggere le nostre economie e assicurare una ripresa europea che non lasci indietro nessuno, preservando, per questa via, il mercato unico». La com, spiega, «lavorerà in questi giorni per presentare già il prossimo 6 maggio un “Recovery Fund” che dovrà essere di ampiezza adeguata e dovrà consentire soprattutto ai Paesi più colpiti di proteggere il proprio tessuto socio-economico».
La videoconferenza dei leader Ue sulla risposta economica alla crisi portata dalla pandemia è finita intorno alle 19.30. «I leader dell’Ue hanno dato il loro endorsement al pacchetto di tre reti di protezione» elaborato dall’Eurogruppo, che include Sure, piano Bei, e Mes, per un ammontare complessivo di 540 miliardi di euro, «e abbiamo chiesto che diventi operativo per il primo giugno», spiega il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al termine della videoconferenza.
Non si fa attendere il commento del leader dell’opposizione Matteo Salvini: «Approvato il Mes, una drammatica ipoteca sul futuro dell’Italia e dei nostri figli. Di tutto il resto, come il Recovery Fund, si parlerà solo più avanti, ma già si delinea una dipendenza perenne da Berlino e Bruxelles. Sconfitta, fallimento, disfatta, oltretutto avendo impedito al Parlamento di votare, violando la legge».
Il Mes
Come viene ricostruito dalle cronache, alla fine quindi Conte ha detto sì al Mes. Il prossimo passaggio, per l’avvocato del popolo, è quello di portare dalla sua il Movimento 5 Stelle, da sempre nettamente contrario al fondo Salva-Stati. L’accordo di oggi, questo quello che il premier porterà sul tavolo con il partito di maggioranza relativa, è a condizioni accettabili. Un tentativo per cui, ricostruiscono i retroscena, ci vorrà del tempo. L’ipotesi invece di arrivare all’attivazione del Recovery Fund (prospettiva realistica fuoriuscita dal Consiglio Ue di oggi) nel giro di una manciata di mesi è l’asso nella manica del premier. Noi ci fidiamo di quello che ha detto Conte. E comunque, prima di un’eventuale sì, dovremo vagliare bene l’accordo”, dice nel pomeriggio un esponente dei 5 Stelle all’Ansa. Attraverso il Recovery Fund, definito (questo il risultato) necessario e urgente (grazie all’asse latino formato con Francia, Spagna e Portogallo e con l’importante sponda della cancelliera tedesca) Conte potrebbe provare a “uniformare” il M5S sull’intero pacchetto di aiuti dell’Ue – che comprende Sure, Bei e Mes.
Merkel: «Tutti d’accordo sul Recovery Fund»
L’accordo su come finanziare il Recovery fund, «se con sussidi o prestiti» – spiega Angela Merkel – ancora non c’è. Ma una cosa è chiara, e cioè che il fondo sarà collegata al prossimo bilancio europeo per i prossimi sette anni. «Questo significa per la Germania che noi dobbiamo essere disponibili a contributi di bilancio più alti di quanto avevamo messo in conto nell’ultima trattativa». La cancelliera ha sottolineato che questo «è giusto». Il premier Giuseppe Conte nel corso del Consiglio europeo ha chiesto una modifica alle conclusioni della riunione sul Recovery Fund. Modifica che, secondo le stesse fonti, è stata inserita e inquadrerebbe il piano per la ripresa Ue come strumento «necessario e urgente». Per la ripresa dalla «crisi economica acuta», «tutti hanno concordato sul fatto che serva un piano congiunturale, o come viene chiamato anche recovery plan o recovery fund», dice la cancelliera Angela Merkel, dopo il summit Ue in videoconferenza, parlando alla stampa a Berlino. «Voglio dire in modo molto chiaro che una risposta comune del genere è anche nell’interesse tedesco. La Germania sta bene solo se l’Europa sta bene», spiega.
«L’ammontare del Recovery Fund dovrebbe essere pari a 1.550 miliardi e dovrebbe garantire prestiti a fondo perduto ai Paesi membri, avrebbe detto il premier Giuseppe Conte nel corso del Consiglio europeo. I prestiti a fondo perduto sono essenziali per preservare i mercati nazionali, parità di condizioni, e per assicurare una risposta simmetrica a uno shock simmetrica». L’Italia punta ad anticipare le risorse in questione a quest’anno. Nel chiedere chiaro mandato alla Commissione europea di preparare il più presto possibile una concreta proposta per il Recovery Fund, Conte parla di un «ponte» per «anticipare le risorse quest’anno».
«Giusto equilibrio tra sovvenzioni e prestiti»
«C’è solo uno strumento che può portare questa ripresa, ed è il budget Ue legato al Recovery fund», spiega la presidente della Commissione Ursula von der Leyen al termine del vertice Ue. Gli «investimenti devono essere anticipati e deve esserci un giusto equilibrio tra sovvenzioni e prestiti». Secondo von der Leyen il budget è adatto perché «è disegnato per la coesione, la convergenza e i programmi. E gli Stati membri hanno appoggiato questa posizione».
Per disporre delle risorse necessarie ad affrontare la crisi «non servono miliardi ma trilioni di miliardi», aggiunge la presidente nell’indicare la necessità, almeno per i primi anni, di raddoppiare (dall’uno al due per cento del Pil Ue, ovvero da 1000 a 2000 miliardi di euro) le risorse a disposizione del bilancio Ue.
Macron: «Non servono prestiti, servono fondi»
Il presidente francese, Emmanuel Macron, dopo il Consiglio europeo in videoconferenza, dall’Eliseo parla di “piani di rilancio dopo questa crisi dovranno essere finanziati e dovranno essere massicci”. «Bisogna essere all’altezza di questa risposta e decidere il più presto possibile le risposte più forti possibili”, ha aggiunto. Servono trasferimenti di risorse verso i Paesi Ue più colpiti da questa crisi, non dei prestiti».
La negoziazione
Se ne parla dall’ultima riunione dell’Eurogruppo – l’assemblea dei ministri delle Finanze dei Paesi dell’eurozona, al termine della quale si era arrivati alla formula “Si Mes, no Eurobond” che ha creato molto scompiglio in Italia – ma alla fine il tanto atteso summit dei capi di governo Ue di oggi, 23 aprile, sembrerebbe non essere stato l’ennesimo colloquio interlocutorio, destinato a terminare con una manciata di propositi e nessuna decisione concreta come apparso alla vigilia. La discussione si è spostata dai “Coronabond”, tanto avversati dai Paesi pro-austerità come Olanda, Austria e Germania, al “Recovery Fund”, un fondo per la ripresa finanziato dagli Stati membri, che possa emettere titoli e raccogliere soldi sui mercati per poi prestarli – o semplicemente concederli, come auspica il governo italiano – ai Paesi più in difficoltà. Prima dell’apertura del vertice, in videoconferenza, Angela Merkel ha aperto a nuovi sostegni economici da parte dell’Unione ma non alla mutualizzazione del debito (ovvero a meccanismi con cui l’Ue si indebita per finanziare diversi progetti, come gli Eurobond). A quel che si apprende, alle battute iniziali è intervenuta la presidente della Bce, Christine Lagarde, per sottolineare la preoccupazione che non tutti i Paesi europei siano disposti a fare abbastanza.
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