Giornata Mondiale del Libro, il 70% degli editori pensa alla cassa integrazione: «Situazione condizionata dalla crisi sanitaria»
La Giornata Mondiale del Libro non è di buon auspicio per il mondo dell’editoria che, anzi, soffre soprattutto in questo periodo dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. Nonostante il momento di festa, celebrato oggi 23 aprile, il 70% degli editori sta attuando o programmando la cassa integrazione. Secondo le attuali stime, i titoli in meno pubblicati nel corso del 2020 saranno 21.000, anche se è previsto un recupero a fine anno.
Le novità in uscita bloccate sono state 12.500, 44,5 milioni di copie non saranno stampate, e i titoli in meno da tradurre saranno 2.900. Trainano il mercato gli eBook e audiolibri, con gli editori che testano la tenuta del mercato sugli store online: nel primo semestre solo l’1% degli editori dichiara infatti di aver riprogrammato al ribasso le uscite degli eBook. Il 10% quelle degli audiolibri.
I dati
In quindici giorni – dal 30 marzo al 15 aprile – si è passati da un 31% che iniziava a farvi ricorso a un 52%. Nel complesso tra chi vi sta già facendo ricorso e chi «non ancora, ma ci sta pensando», o magari sta espletando la documentazione, si è passati in quindici giorni dal 64% di fine marzo al 70% delle imprese.
Per il periodo maggio-agosto la percentuale di chi ha deciso di temporeggiare con le uscite rimandandole ulteriormente è salita al 42%, era il 34% il 30 marzo. Si punta in modo particolare sull’ultima parte dell’anno: solo l’8% degli editori, in calo rispetto alle precedenti rilevazioni, era il 13% il 30 marzo, immagina di rinviare i titoli di settembre-dicembre, sperando in un recupero natalizio.
I dati – raccolti fino al 15 aprile – sono il risultato di una rilevazione condotta dall’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (Aie) sull’impatto che il Covid-19 avrà quest’anno sull’intera editoria italiana. «I dati sono la voce degli editori. Sono una richiesta d’aiuto, molto chiara e con conseguenze di grande impatto. Richiedono una risposta, con misure a doppia velocità: misure immediate, che sostengano la crisi di liquidità del settore, e misure strutturali per aiutare il mondo del libro a risollevarsi», dice il presidente dell’Aie, Ricardo Franco Levi.
«Aggiungo però, in questa Giornata mondiale del libro, un invito a tutti gli operatori del settore. È tempo di stare uniti e di muoversi coordinati. In questo spirito abbiamo lanciato un appello congiunto insieme ad Aib, l’associazione dei bibliotecari, e Ali, i librai, che indica una strada precisa per sostenere tutta la filiera, una strada che mi auguro governo e istituzioni vogliano intraprendere», afferma Levi.
La Giornata Mondiale del Libro
Nella Giornata Mondiale del Libro e della Lettura sono 14 le regioni più una provincia autonoma in cui le librerie possono aprire. Lo dice l’Associazione Librai Italiani-Ali Confcommercio sottolinenando che «sarà chiaramente una festa condizionata dalla crisi sanitaria, ma per noi librai sempre una festa. I libri sono e resteranno per noi degli ottimi compagni in tutti i momenti della nostra vita e a maggior ragione in questo periodo così difficile per tutti nel quale alcuni nostri concittadini sono costretti a trascorre settimane in isolamento e in ospedale».
«In queste settimane abbiamo lavorato – spiega l’Associazione Librai Italiani – per dare sostegno e supporto ad una categoria già in forte sofferenza e l’apertura decisa dal governo laddove possibile è per i librai italiani un segno di speranza per una ripresa delle nostre attività che non sarà priva di ostacoli e per questo auspichiamo che quanto prima il governo metta in campo quelle misure attese da tutte le nostre imprese, creando un Fondo ad hoc con finanziamenti a fondo perduto per le librerie».
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