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25 aprile. Parla Valentina, la “partigiana” più giovane d’Italia: «Oggi come allora, tutti diversi e tutti uniti» – L’intervista

Valentina è diventata a soli 20 anni la presidentessa del suo circolo a Cesano, in Brianza. Oggi, divisa tra lo studio delle lingue e quello della danza, porta avanti la memoria della Resistenza per «ricostruire il futuro»

Per costruire il futuro ci vogliono due cose: memoria e fantasia. Se poi c’è anche molta voglia di mettersi in gioco, il risultato è servito. Lo sa bene Valentina Tagliabue, 22enne di Cesano Maderno, in Brianza, che da quando due anni fa è stata eletta, è la presidente di un circolo Anpi, l’associazione dei partigiani italiani, più giovane d’Italia. A Valentina non piace lasciar fare al caso. Tantomeno oggi, 25 Aprile, settantacinquesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo: tra custodia del passato e reinvenzione del presente, Valentina sta portando la passione della Resistenza tra le giovani generazioni della sua provincia.

«Da un mese lavoriamo per “virtualizzare” tutte le iniziative che avevamo previsto sul territorio», racconta. Al telefono è allegra: la quarantena da Coronavirus non ha interrotto l’energia del suo circolo, che da settimane sta lavorando attraverso i social affinché lo spirito della ricorrenza non si perda tra le finestre chiuse e le strade vuote. Un impedimento che è stato anche l’occasione per arrivare a una platea più ampia e più giovane grazie alla condivisione di immagini, interventi e iniziative sulla pagina Facebook.

Lei stessa ha iniziato molto presto. Quando per la prima volta ha incrociato il mondo partigiano aveva 10 anni. «A me piace chiamarla famiglia – dice parlando dell’Associazione – perché lo è stato fin dal primo momento in cui da piccola mio padre mi ha portata in una delle loro manifestazioni». Da quel giorno del 2007, di acqua sotto i ponti ne è passata: un impegno costante come volontaria alle feste provinciali fin dai 15 anni, la nomina, appena maggiorenne, nella vicedirezione del circolo comunale. E poi l’elezione alla presidenza ad appena 20 anni

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«Mi ricordo quel momento – racconta – perché coincise con i risultati delle elezioni legislative. L’allora presidentessa si dimise per incompatibilità e io venni eletta al suo posto». Il circolo conta 180 iscritti, di cui 10 under 25: «Oggi come allora le giovani generazioni portano lo stesso contributo», dice. «Quello di saper lottare per lo stesso ideale senza rinunciare alla ricchezza della differenza».

Ieri come oggi, l’impegno antifascista cammina tra i giovani

«Se il senso della resistenza è cambiato? Non direi». Valentina è convinta che il significato del 25 Aprile non potrà mai essere slegato da quel giorno del 1945. «La memoria è importantissima. Dobbiamo ricordarci che quei ragazzi e quelle ragazze, proprio come chi popola oggi il nostro Paese, appartenevano a diverse culture, religioni, avevano diversi background». Ma che erano tutti uniti da un unico ideale antifascista, indispensabile per «costruire un Paese libero, uguale e giusto»

Lei stessa, divisa tra lo studio delle lingue e la passione per la danza, porta come contributo una sua visione del mondo. «Per me Resistenza significa fare tesoro di quel momento storico», dice. Significa stare sempre «in guardia di fronte a tutti quei fenomeni che possono minacciarne la tenuta». E le parole chiave sono ancora – e sempre – «custodia e ricostruzione».

Eroi comuni

Le feste annuali del circolo provinciale, riempite dai suoi amici, i suoi concittadini, i suoi compagni e i suoi familiari, sono state dei momenti centrali per la sua formazione. «Ogni volta che finivano avevo le lacrime agli occhi», racconta. E Valentina non ha dubbi che le persone a cui bisogna ispirarsi oggi per portare avanti gli ideali della Liberazione sono quelle più comuni, quelle che ogni giorno fanno resistenza a un mondo che ci vorrebbe in competizione perenne gli uni contro gli altri.

«Non c’è nessuna figura in particolare che sta ispirando il mio impegno», dice senza dubitare un secondo. «Io prendo esempio da tutti coloro che praticano l’inclusione. Da chi compie gesti antirazzisti. Da tutti coloro che praticano l’antifascismo ogni giorno».

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