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Coronavirus. No! Gli attuali studi non dicono che il virus è trasportato dal particolato atmosferico

25 Aprile 2020 - 17:25 David Puente
Lo studio citato è un preprint che non conferma la diffusione del virus attraverso il particolato

Da venerdì 24 aprile 2020 circola la notizia che uno «studio» proverebbe, o renderebbe addirittura «ufficiale», che il nuovo Coronavirus possa viaggiare o essere trasportato nel particolato atmosferico. Gli autori dello studio, SIMA (Società italiana di medicina ambientale), sono gli stessi del position paper di cui avevamo parlato lo scorso 19 marzo 2020, nell’articolo dal titolo «Lo smog può favorire l’epidemia col contagio a grandi distanze? Non è dimostrato, ma non aiuta certo i pazienti».

Lo studio preprint

Lo studio, intitolato «SARS-Cov-2 RNA Found on Particulate Matter of Bergamo in Northern Italy: First Preliminary Evidence», è stato pubblicato sul sito di Medrxiv.org e risulta essere un preprint che non è stato certificato dalla peer review. Ecco quanto riportato dallo stesso sito:

This article is a preprint and has not been certified by peer review [what does this mean?]. It reports new medical research that has yet to be evaluated and so should not be used to guide clinical practice.

Nel sito dove è pubblicato lo studio è ben visibile l’avviso che lo stesso non è stato certificato dalla peer review.

Questo per spiegare che sostenere una conferma o un’ufficialità di qualcosa a livello scientifico non è corretto, in quanto non ancora verificato e dimostrato secondo le regole del rigoroso metodo scientifico.

Cosa dice il preprint

Leggendo l’abstract dello studio possiamo comprendere quale è il soggetto della scoperta:

We can confirm to have reasonably demonstrated the presence of SARS-CoV-2 viral RNA by detecting highly specific RtDR gene on 8 filters in two parallel PCR analyses.

Non si parla del virus completo, ma di parti del RNA del Sars-Cov-2. Non solo, sempre attraverso l’abstract comprendiamo che non c’è nulla di definitivo:

Further confirmations of this preliminary evidence are ongoing, and should include real-time assessment about the vitality of the SARS-CoV-2 as well as its virulence when adsorbed on particulate matter. At the present, no assumptions can be made concerning the correlation between the presence of the virus on PM and COVID-19 outbreak progression. Other issues to be specifically addressed are the average concentrations of PM eventually required for a potential boost effect of the contagion (in case it is confirmed that PM might act as a carrier for the viral droplet nuclei), or even the theoretic possibility of immunization consequent to minimal dose exposures at lower thresholds of PM.

Gli stessi autori spiegano che questa scoperta è solo un primo passo per valutare altri scenari, tutti da provare. Essendo uno studio basato sui campioni raccolti in un arco di tempo che va dal 21 febbraio al 13 marzo 2020 nella zona di Bergamo, ritengono che sia necessario fare uno studio in tempo reale, per valutare il tempo di “sopravvivenza” del virus e l’eventuale virulenza dello stesso una volta assorbito dal particolato.

L’abstract dello studio preprint.

Conclusioni

Non c’è, al momento, alcuna prova scientifica che il virus possa viaggiare integro e per il tempo necessario per diffondersi ulteriormente, lasciandosi trasportare dal particolato atmosferico. I ricercatori di SIMA non stanno scrivendo falsità, stanno effettuando degli studi e li stanno sottoponendo al rigoroso metodo scientifico, che fornisce validità al loro lavoro e una risposta utile per comprendere il nuovo Coronavirus, qualunque sia il risultato ottenuto.

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