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Coronavirus, mozione di sfiducia della Lega contro il ministro Gualtieri: «Si è sottratto al confronto parlamentare sul Mes»

27 Aprile 2020 - 20:36 Redazione
L'accusa principale mossa al ministro dell'economia è di essersi sottratto al confronto parlamentare sul Mes e averlo approvato in sede europea, senza alcuno scrutinio delle Camere

«Visto l’esito estremamente insoddisfacente dei negoziati cruciali relativi al sostegno finanziario del paese nell’emergenza Coronavirus» la Lega «esprime la propria sfiducia al ministro dell’economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, e lo impegna a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni». Con queste parole si conclude la mozione di sfiducia individuale al ministro dell’Economia Gualtieri, depositata in Senato dai parlamentari leghisti. Il primo firmatario è il segretario Matteo Salvini.

Il tema della mozione ruota attorno a uno dei punti cruciali del dibattito in corso tra governo e opposizione: il Mes. L’accusa principale mossa al ministro dell’economia – il quale ha partecipato ai tavoli dell’Eurogruppo in cui è stato proposto il Mes light come aiuto ai Paesi più colpiti dalla pandemia – è di essersi sottratto al confronto parlamentare e averlo approvato in sede europea, senza alcuno scrutinio delle Camere.

«Il 20 marzo 2020 – si legge nella mozione di sfiducia – il ministro Gualtieri veniva invitato a riferire la posizione del Governo» sul negoziato europeo sul Mes. «Il Ministro – sottolinea la Lega – si sottraeva a questo invito, limitandosi ad esprimere in sedi informali la sua personale posizione, che a margine dell’ultimo Eurogruppo veniva così riassunta nell’impegno di: mettere sul tavolo i coronabond e di esser giunti ad un accordo per un MES senza condizionalità».

Ma nel mirino dei leghisti ci sono anche gli altri strumenti individuati dall’Eurogruppo – il Sure e il ricorso alla Banca Europea degli Investimenti – giudicati anch’essi pieni di «criticità evidenziate da numerosi esponenti politici di maggioranza e opposizione, e non sottoposti a un doveroso scrutinio parlamentare».

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