Coronavirus. «Il vaccino potrebbe essere pronto a settembre»: l’annuncio dei ricercatori di Oxford
Ci sono notizie incoraggianti dal Regno Unito, dove gli scienziati dell’Istituto Jenner dall’Università di Oxford stanno lavorando a un vaccino per il Coronavirus. I test clinici su un campione di 800 persone – il primo di questo genere al mondo – sono partiti il 23 aprile per testare l’efficacia del vaccino che era stato sviluppato in tempi record nelle settimane precedenti modificando un virus simile che proviene dagli scimpanzé. Nel frattempo, come scrive il New York Times, i test condotti su altri primati, le scimmie macaco rhesus, usando lo stesso vaccino sviluppato dal laboratorio di Oxford hanno portato dei risultati importanti: dopo 28 giorni dalla somministrazione del vaccino, tutte e 28 le scimmie sono guarite.
Un risultato che fa ben sperare anche perché, in quanto a primati, le scimmie macaco rhesus sono quelle che si avvicinano di più agli esseri umani. La scienziata a capo dei test pre-clinici, la dottoressa Sarah Gilbert, si era già espressa con ottimismo a proposito del vaccino, dichiarando che aveva 80% di probabilità di funzionare. Nel frattempo continueranno i test clinici: gli scienziati del laboratorio Jenner hanno intenzione di allargare il campione fino a 6mila persone entro il prossimo mese.
Si tratta di una corsa contro il tempo, non soltanto data la forte incidenza della malattia e delle sue ripercussioni sulla società – anche a causa delle misure per il lockdown – ma anche perché con l’appianamento nella curva dei contagi diventa più difficile dimostrare l’efficacia del vaccino sulle persone che, gradualmente, in via teorica almeno, saranno esposte sempre meno al virus.
Quando potrà essere disponibile?
Gli scienziati di Oxford ora affermano che i primi milioni di dosi del vaccino potrebbero essere disponibili entro settembre, quindi con qualche mese di anticipo rispetto agli altri sforzi annunciati finora. Sempre che i test funzionino, ovviamente. Sarà comunque necessario sviluppare diversi vaccini, dato che la loro efficacia probabilmente varierà a seconda della fascia di popolazione coinvolta: ci saranno vaccini che si mostreranno più efficaci sugli anziani per esempio, e altri che saranno più adatti per i bambini.
Ma gli ostacoli sono di diverso genere e riguardano anche il passaggio dallo sviluppo del vaccino alla sua produzione in massa. Le grandi compagnie farmaceutiche sono solitamente restie ad investire grandi somme di denaro su un unico vaccino senza avere una licenza esclusiva, una strada che gli scienziati a capo del progetto di Oxford – attualmente in trattativa con un grande produttore nordamericano – non vogliono percorrere, perché potrebbe rallentare la produzione e la diffusione del vaccino nel mondo.
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