Parenti, congiunti e il povero carabiniere che dovrà stanare i trasgressori
Il “diritto dell’emergenza” – quella sterminata sequenza di decreti, ordinanze, circolari, Faq e simili emanate in queste settimane per gestire l’emergenza Coronavirus – soffre di un problema grave, che affligge da decenni tutto il diritto italiano: il formalismo esasperato, la necessità di esprimere con parole complesse concetti che potrebbero essere formulati in forma molto più chiara e semplice.
L’oscurità del linguaggio è una forma inconscia di esercizio del potere, talmente seducente che coinvolgei tutti i legislatori, di ogni estrazione politica, e soprattutto permea la cultura dei tecnici che aiutano chi governa a scrivere le norme. Qualcuno ricorderà il messaggio che campeggiava sugli autobus di qualche anno fa: passeggeri erano invitati a «obliterare il titolo di viaggio». Una frase misteriosa che si sarebbe potuta tradurre con «si prega di timbrare il biglietto».
Il passeggero avrebbe capito qualcosa in più, ma il messaggio sembrava troppo semplice e banale ai cultori dell’obliteratore. Questa antica tradizione di formalismo viene egregiamente portata avanti anche dalle norme dell’emergenza Covid 19. Quando ancora non si è spento il dibattito sulla distinzione – opaca e oscura – tra “attività sportiva” (la corsetta) e “attività motoria” (la passeggiata), è spuntata (con il Dpcm del 26 aprile) la multiforme nozione di “congiunti”, il nuovo lasciapassare per uscire di casa. Una nozione che può avere uno, nessuno e centomila significati.
Domenica sera, dopo l’annuncio del Premier, si pensava che solo i parenti potessero essere considerati “congiunti”: ieri, il Governo – resosi conto dell’ambiguità della nozione – ha fatto sapere che possono essere considerati congiunti tutti gli “affetti stabili”. Tutto risolto? Assolutamente no, perché anche nel concetto di “affetto stabile” ci può stare tutto e il contrario di tutto.
Come la mettiamo con i fidanzati in crisi: sono stabili oppure no? E la ragazza baciata una sola volta prima del lockdown? E perché escludere gli amici o le amiche, la forma più nobile di affetto stabile? Per non parlare dell’elenco sterminato di relazioni clandestine: se sono stabili, dovrebbero bastare per uscire di casa (a meno che non se ne accorga la moglie o il marito di turno).
Non ne verremo a capo facilmente, fino a quando continueremo a fare uso di formule troppo oscure. Perché non scrivere che si può andare a trovare “genitori, parenti e fidanzati\e”? Sarebbe banale, forse, ma si capirebbe qualcosa in più. Anche perché qualcuno dovrà pure preoccuparsi del povero carabiniere che, dal 4 maggio, dovrà fare il test di stabilità alle coppie: come farà a stanare gli impostori?
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