Coronavirus. In Germania i casi di contagio salgono dopo l’allentamento del lockdown? No! Spieghiamo perché
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Nella giornata del 28 aprile 2020 si è parlato dell’aumento dei casi di contagio in Germania dopo l’allentamento del lockdown. Dobbiamo pensare al rischio «seconda ondata» della diffusione del nuovo Coronavirus in territorio tedesco? I dati utilizzati per parlarne hanno dei limiti e risulta ancora troppo presto sostenere che vi siano evidenze, soprattutto perché l’allentamento è troppo recente.
Facciamo una prima verifica: qualcuno in Germania ha parlato di un aumento? Si! Ad esempio, in un articolo del Zeit del 28 aprile leggiamo un capitolo dal titolo «Reproduktionszahl in Deutschland wieder gestiegen» dove si riporta che giovedì verranno discussi gli allentamenti e che i dati del Robert Koch Institute (RKI) non vanno ignorati dopo un aumento riscontrato dal 0.9 all’1.0 dell’indice di contagio. A proposito di quest’ultimo dato, riporto gli ultimi 20 rilevamenti – con il link diretto alla fonte ufficiale – dove notiamo una certa stabilità negli ultimi sette giorni:
- 08 aprile: 1.2
- 09 aprile: 1.1
- 10 aprile: 1.1
- 11 aprile: 1.3
- 12 aprile: 1.3
- 13 aprile: 1.2
- 14 aprile: 1.0
- 15 aprile: 0.9
- 16 aprile: 0.7
- 17 aprile: 0.7
- 18 aprile: 0.8
- 19 aprile: 0.8
- 20 aprile: 0.9
- 21 aprile: 0.9
- 22 aprile: 0.9
- 23 aprile: 0.9
- 24 aprile: 0.9
- 25 aprile: 0.9
- 26 aprile: 0.9
- 27 aprile: 1.0 (poi diventato 0.96)
- 28 aprile: 0.9
Nello stesso capitolo del Zeit si “ridimensiona” il presunto allarme. Il direttore del Robert Koch Institute, Lothar Wieler, spiega che l’indice di contagio non era arrivato all’1.0, ma allo 0.96 rispetto al precedente 0,9. Il dato, sempre secondo Wieler, non va considerato troppo perché per comprendere il reale andamento bisogna considerare più fattori. Precisa, però, che l’indice di contagio citato è relativo alla media nazionale e può cambiare da regione a regione dove in alcuni casi potrebbe anche essere superiore a 1.
A cosa potrebbe essere dovuto il recente lieve aumento? Si pensa che sia il risultato dei contatti durante le festività pasquali, ma sempre secondo il direttore del RKI non è detto che sia dovuto a quello.
C’è da dire, infine, che l’indice di contagio è calcolato in maniera tale che non coincide con il reale dato giornaliero. Nel file PDF fornito dal RKI (il Robert Kock Institute) possiamo leggere come funziona la formulazione di questo dato:
The reproduction number, R, is the mean number of persons infected by a case. R can only be estimated and not directly extracted from the notification system. The current estimate is R= 1.0 (95% confidence interval: 0.8-1.1) and is based on current electronically notified cases (27/04/2020, 12:00 A.M.) and an assumed mean generation time of 4 days.
Primo punto: si tratta di una stima. Secondo: si basa sui casi notificati elettronicamente entro la mezzanotte di ogni giorno. Terzo: i dati forniti vengono generati in 4 giorni. Da questo comprendiamo che il valore «R» tanto citato, relativo all’indice di contagio, non può affatto descrivere la situazione nel singolo giorno in cui è stato pubblicato e che per avere una stima più vicina alla situazione reale di questi ultimi giorni bisognerebbe aspettare.
Conclusioni
Il dato relativo all’indice dei contagi non va tenuto in considerazione singolarmente per comprendere la reale situazione in Germania, soprattutto perché non rispecchia fedelmente la situazione giornaliera. Gli allentamenti, inoltre, sono troppo recenti per far percepire un effettivo aumento dei casi. Dobbiamo attendere prima di comprendere cosa possa succedere nelle prossime settimane.
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