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È uscita “Summertime”, la serie ispirata a “Tre metri sopra il cielo”. E no, non è affatto male

30 Aprile 2020 - 07:28 Valerio Berra
La prima stagione, da otto episodi, è stata pubblicata il 29 aprile su Netflix. Ambientata a Cesenatico all'inizio di una stagione balneare (non di questi tempi) la serie vede l'ingresso in scena di molti attori esordienti

Tre metri sopra il cielo. Chiunque sia stato adolescente negli anni Zero non può far finta di non conoscerlo. Anzi. Le fazioni di cui si poteva fare parte erano solo due: chi si era innamorato della storia di Babi e chi combatteva tutto quello spreco di carta e inchiostro. Ovviamente c’era anche chi si muoveva nell’ombra: aveva divorato il romanzo in un paio di notti ma non poteva ammetterlo davanti a tutti.

Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1992, da una piccola casa editrice romana. È diventato virale fra i liceali di Roma, tanto da girare in plichi di fotocopie quando la prima tiratura era stata esaurita. Nel 2004 Feltrinelli si è accorta di questo volume e l’ha ristampato, vendendo quasi due milioni di copie in Italia e all’estero. Senza contare gli striscioni o i murales ispirati e ovviamente le decine di lucchetti appesi un po’ ovunque, da quelli su Ponte Milvio fino al più piccolo ponticciolo di provincia.

28 anni dopo, Tre metri sopra il cielo è tornato. Il 29 aprile Netflix ha pubblicato la prima stagione di Summertime, una produzione della piattaforma di streaming girata in Italia che si ispira, molto liberamente, al romanzo di Moccia. Non è Roma ma Cesenatico, la protagonista femminile non è la studentessa di una ricca scuola privata ma una ragazza con i capelli afro che frequenta il liceo mentre cerca un lavoro per l’estate e Step non è un bad boy di periferia ma un campione di moto.

YouTube | Il primo teaser rilasciato

Cosa funziona: gli attori e la regia (e gli smartphone)

La serie è piena di attori esordienti. Di tutto il cast solo Ludovico Tersigni, classe 1995, si può trovare anche su Wikipedia. È stato infatti nel cast di altre due serie: Tutto può succedere, in onda su Rai 1, e Skam Italia, prima in onda su Timvision, ora su Netflix. Oltre lui c’è anche Andrea Lattanzi, già visto nel 2018 nel film Sulla mia Pelle.

La protagonista invece è Summer ed è interpretata da Coco Rebecca Edogamhe. Sia per lei che per Amanda Campana è la prima volta in una grossa produzione ed entrambe sono calate bene nei loro personaggi. Anzi, al netto di qualche scelta infelice di linguaggio, riescono ad evitare quella patina un po’ stereotipata di cui spesso si ricoprono gli attori che cercano di interpretare degli adolescenti.

Se il film di Tre metri sopra il cielo è ampiamente dimenticabile, qui Francesco Lagi e Lorenzo Sportiello hanno cercato di spingersi oltre la sitcom per ragazzi. Una regia funzionale ai dialoghi che però non tralascia qualche pennellata, come tutte le inquadrature dall’alto dei moli, delle acque verdi dell’Adriatico o dei lettini simmetrici sulla sabbia.

YouTube | Il trailer ufficiale

Nota di merito per gli smartphone in scena. Le chat e i social network fanno parte delle nostra vita e hanno cambiato anche il modo di vivere le relazioni e una storia d’amore. Introdurle nella regia e nella narrazione non è semplice, eppure qui è stato fatto un buon lavoro. I protagonisti si scambiano messaggi e si cercano sui social (sarebbe assurdo il contrario) e con qualche accortezza grafica anche questi passaggi arrivano fluidi sulla scena.

Cosa non funziona: l’american sounding sulla riviera romagnola

Le onde stanche dell’alba che bagnano la sabbia. Uno skate che viaggia sul molo e i lettini che aspettano l’arrivo dei turisti. Sono due gli effetti dei primi istanti di Summertime. Il primo è ricordarci un mondo che non è ancora tornato. Per adesso non ci sarà nessuna stagione turistica sulla riviera romagnola e i lettini lungo il mare continueranno a rimanere vuoti. Il secondo è quello di avere davanti un piatto spaghetti con le polpette.

Se andate all’estero e provate a entrare in un ristorante italiano, tra le prelibatezze più diffuse sui menu pastificati con le foto di Venezia, ci sono gli spaghetti con le polpette: spaghetti, tendenzialmente scotti, servite con un paio di polpette grandi come palle da biliardo. Questa ricetta non è affatto tipica dell’Italia, potete trovare rarissimi riferimenti in qualche cucina regionale, ma in compenso è diventata uno dei simboli dell’Italian Sounding: il commercio di prodotti che richiamano il nostro Paese ma non hanno nulla a che fare con la nostra tradizione.

Ecco. Fra lo skate, la scuola con il campo da basket in erba sintetica o le feste nelle megaville con doppia piscina, Summertime lascia un po’ questa sensazione. Sembra raccontare di un mondo un po’ sospeso tra Cesenatico e Venice Beach che però non è davvero né Cesenatico né Venice Beach.

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