Coronavirus, il Sud si blinda: no ai rientri. La rabbia dei fuorisede: «Tornare a casa non è un capriccio»
Il 4 maggio non ci sarà nessun esodo, nessuna fuga verso il Sud perché, anche volendo, sarebbe impossibile. Trovare un volo o un treno disponibile sembra essere quasi un’impresa titanica, una giungla tra voli cancellati, treni pieni (e dalla capienza ridotta imposta dal governo) e bus in parte sospesi.
Come dovrebbero fare i fuorisede a rientrare «in ogni caso presso il proprio domicilio, residenza o abitazione», come dichiarato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la presentazione dell’ultimo dpcm per l’avvio della fase 2 dell’emergenza sanitaria del Coronavirus?
Cosa dice il premier Conte
Il video in cui il presidente del Consiglio, a proposito dei fuorisede, dice: «Lo consentiamo in ogni caso. C’erano situazioni di persone rimaste bloccate e in difficoltà»
Ci sono regioni come la Calabria che da una parte “aprono” a bar e ristoranti con servizio ai tavoli all’esterno, dall’altra “chiudono” ai fuorisede. Ci sono governatori del Sud che, pur chiedendo un graduale ritorno alla normalità e andando allo scontro con il governo (anche a suon di diffide, lo ha già preannunciato il ministro Boccia), provano a limitare l’ingresso di chi studia o lavora fuori regione e – come documentato da Open – ha difficoltà a mantenersi tra affitti, bollette e spesa.
La Sicilia è “blindata”
In Sicilia, per esempio, il presidente della Regione Nello Musumeci, con un’ordinanza del 30 aprile, spiega che «le limitazioni di ingresso e uscita dal territorio della Regione Siciliana restano invariate». Ovvero quattro voli al giorno, da Roma, due di andata e due di ritorno, entrambi operati da Alitalia. Niente di più. Questo si traduce nell’impossibilità, o quasi, di trovare posti disponibili. Intanto, però, il governatore dell’isola autorizza gli «spostamenti per il trasferimento “stagionale” nelle abitazioni diverse da quella principale» e addirittura elimina le quattro zone “rosse” istituite precedentemente.
Musumeci, tra l’altro, proprio nei giorni scorsi, aveva chiesto alla ministra dei Trasporti Paola De Micheli di «mantenere inalterate le norme per l’accesso in Sicilia»: «Se oggi l’isola può contare sul più basso numero di contagi lo si deve anche alla forte limitazione degli arrivi», aveva detto.
L’appello di Francesco, 23 anni, siciliano, studente a Torino: «Presidente, ci aiuti a tornare a casa» | Video di Fabio Giuffrida per Open
Impossibile trovare voli, treni o bus
Basta fare una ricerca sui siti delle principali compagnie aeree per scoprire che partire è praticamente impossibile. Ryanair tace fino al 15 maggio, impossibile andare a Lamezia, Bari o Catania; Flixbus ha sospeso tutti i collegamenti almeno fino al 17 maggio; treni per la Sicilia neanche a parlarne, Milano-Catania o Milano-Palermo introvabili, per esempio, né il 4 né l’11 maggio. L’ancora di salvezza è Alitalia con un volo per Catania, da Milano, il 3 maggio (quindi non ancora nella fase 2), poi il nulla. E per Napoli? In questo caso qualche speranza c’è, ma solo con i treni. Il 4 maggio risultano ancora posti disponibili così come per i giorni successivi.
Anche la Sais, che gestisce una flotta di bus in tutta Italia e che è particolarmente operativa in Sicilia, «ha sospeso i servizi interregionali»: impossibile, al momento, acquistare un biglietto online. Stesso discorso per Big Bus. In questo modo, dunque, come può essere assicurato «in ogni caso il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza» dei fuorisede?
«Nessuno ha speso una parola per i fuorisede»
Francesca, che ci chiede di mantenere l’anonimato, risiede a Pisa e in questi giorni «le ha provate tutte», «si sente presa in giro» e parla di una situazione «drammatica». «Dopo la conferenza di Conte ho comprato un volo Pisa-Catania, operato da Ryanair. Poi però è stato cancellato senza motivo».
«Sul sito Alitalia – continua – puoi prenotare da Pisa o Firenze solo a partire da giugno, Easyjet scomparso, Trenitalia non mi dà tratte Pisa-Catania fino a giugno». Ha anche provato «vari incroci di treni, autobus e aerei ma fino al 17 maggio non c’è modo di rientrare». «Nessuno ha speso una parola per i fuorisede, il nostro diritto a rientrare a casa è considerato un capriccio», tuona. In Sicilia si può rientrare «solo a nuoto o a piedi. Non ci sono voli e non ci sono treni», ironizza.
Chiuso lo stretto di Messina
E «in auto in teoria non puoi nemmeno attraversare, con i traghetti, lo stretto di Messina». Infatti, in base all’ultima ordinanza della Regione Siciliana, «gli spostamenti dei passeggeri via mare da Messina per Villa San Giovanni e Reggio Calabria e viceversa sono disciplinati dal Decreto n. 183 del 29 aprile 2020 emanato dal Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti […] Tale disciplina, in deroga restrittiva all’art. 1 del dpcm del 26 aprile, consente l’accesso nell’Isola esclusivamente “agli appartenenti alle forze dell’ordine e alle forze armate, agli operatori sanitari pubblici e privati, ai lavoratori pendolari o per comprovate esigenze di lavoro, gravi motivi di salute e situazioni di necessità”». Insomma, non vale per chi vuole andare lì dove risiede.
Tampone al termine della quarantena
Per chi riuscirà, miracolosamente, a rientrare nell’isola è previsto l’obbligo di registrarsi sul sito della Regione, di comunicare il proprio arrivo al medico di base, di rimanere in isolamento obbligatorio presso la propria residenza o domicilio, di non ricevere visite e, infine, «al termine della quarantena», di sottoporsi al tampone rinofaringeo.
Duro il commento di Stefano Maiolica di “Un terrone a Milano” che per combattere il caro voli ha organizzato, in occasione del Natale, un viaggio a costo zero per i fuorisede: «Un macello, le regioni stanno facendo una cosa più sporca dell’altra ma il premio lo vince la Sicilia che dice “voi tornate ma noi siamo un’isola e, a meno che non veniate a nuoto, non potete entrare: vi togliamo tutto, aerei, treni e pullman”». Il blogger, punto di riferimento per i fuorisede, parla di «strategie subdole per tenere fuori i propri concittadini, quando dovrebbero essere loro a organizzare il rientro» dei residenti. «A che gioco stiamo giocando?».
Lo sfogo di Stefano Maiolica di “Un terrone a Milano” | Video da Instagram | Montaggio di Fabio Giuffrida per Open
Calabria
Ma il caso più discusso è quello della Calabria dove la presidente della Regione Jole Santelli ha deciso di anticipare la fase 2, sfidando il governo e aprendo bar e ristoranti con servizio ai tavoli all’esterno. Se da una parte Santelli accelera per la riapertura, dall’altra chiude ai fuorisede: «Ho firmato un’ordinanza che consente solo ai calabresi residenti la possibilità di rientrare in regione. Non sono consentiti al momento rientri presso il domicilio o l’abitazione. Chi partirà dovrà comunicarlo preventivamente, compilando l’apposito modulo utile al monitoraggio dei rientri». Al momento, andando sul sito della Protezione Civile della Regione Calabria, appare un countdown.
Chi rientrerà in Calabria dovrà sottoporsi a un isolamento domiciliare di 14 giorni: il dipartimento di prevenzione valuterà, poi, «l’opportunità di effettuare il tampone rinofaringeo».
«Chiudo i confini, blocco i rientri»
Pochi giorni fa la presidente Santelli, sul piede di guerra, aveva chiesto al governo di «assumersi in pieno la responsabilità di un nuovo esodo verso il Sud e dell’eventuale aumento di contagi che potrebbe derivarne». A preoccupare era «il ritorno in massa da zone con altissimi numeri di contagio». Poi una precisazione all’HuffPost: «Io “chiudo” i confini e contemporaneamente risarcisco i calabresi che sono stati attentissimi e ligi alle regole».
Campania
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, parlando con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ha espresso «fortissima preoccupazione rispetto al fatto che arrivi di massa e incontrollati possano determinare espansione del contagio e vanificare i sacrifici fatti per due mesi dai nostri concittadini». Per questo il governatore campano ha chiesto l’intervento del governo nazionale affinché «gli arrivi da altre regioni siano motivati da ragioni di lavoro o salute e comunque autocertificati».
Ad ogni modo, chi verrà da fuori regione, dovrà segnalare il proprio arrivo all’Asp (azienda pubblica di servizi alla persona) «così da poter procedere a controlli nei 15 giorni successivi». E infine ha precisato: «Confermo che saranno mantenuti i controlli preventivi nelle stazioni ferroviarie e ho sollecitato il ministro a esercitare analoghi controlli ai caselli autostradali e nelle stazioni di partenza».
Puglia
Più “soft” l’intervento del governatore Michele Emiliano che, con un’ordinanza, ha stabilito che chiunque rientrerà in Puglia dovrà comunicare l’arrivo al medico di famiglia e dovrà rimanere a casa, in isolamento fiduciario, per 14 giorni, senza avere contatti sociali.
Per Puglia e Campania – ci segnalano – oltre alla disponibilità di alcuni treni, è operativo il servizio Marino Bus che collega le regioni del Nord Italia con Puglia, Campania e Calabria, ma non con la Sicilia. Per andare a Napoli, per esempio, sono disponibili posti a partire dal 6 maggio mentre sono già esauriti quelli del 4 e 5.
Boom di camere «libere da subito»
Mentre Trenitalia registra un boom di biglietti venduti, in molti iniziano a postare annunci di camere «libere da subito». Lo si può constatare, per esempio, consultando uno dei principali gruppi Facebook in cui si affittano, a Milano, stanze a studenti e lavoratori.
Foto in copertina di Massimo Percossi per Ansa
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