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Giovanna Botteri sul body shaming in Tv: «Modelli stupidi». Striscia la notizia si difende: «Noi l’abbiamo difesa»

03 Maggio 2020 - 09:46 Giulia Marchina
Anche Michelle Hunziker, che conduce il tg satirico, ha voluto dire la sua: per lei si tratta di «fake news totale»

«Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno». Inizia così la lettera della giornalista Giovanna Botteri – ora inviata da Pechino per la Rai – in cui commenta la polemica nata in seguito alla messa in onda di un servizio di Striscia la notizia.

«A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere. Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne».

«Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo». E continua: «Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa, e ci si aspetta da una giornalista».

La giornalista, risponde così a quanto accaduto, e chiede però di non rendere questo episodio un “caso”.

Il servizio di Striscia

«Striscia fa un servizio a favore di Giovanna Botteri, ma molti commentatori che esprimono opinioni per sentito dire scrivono che ce la siamo presa con lei». Un lettera, inviata direttamente dall’ufficio stampa del Tg satirico al sito Dagospia. «Diciamo subito che per non cadere nell’errore sarebbe bastato ascoltare il rientro in studio di Gerry Scotti: “Brava, brava Giovanna, vai avanti così nel tuo importante lavoro e non badare a chi sta a guardare il capello…”, scrivono». In realtà sono settimane che la giornalista viene costantemente bersagliata, soprattutto sui canali social, da utenti che ne criticano l’aspetto a loro dire «trasandato».

Alcuni dei gruppi Facebook sulla giornalista

Il servizio di Striscia la notizia è stata solo la ciliegina sulla torta. E in molti ci hanno visto un attacco diretto alla donna, tant’è che dalla trasmissione tv precisano: «Dopo il servizio andato in onda nella puntata di Striscia il 28 aprile scorso, dove si dava conto della fresca messa in piega dell’ottima Giovanna Botteri, siamo stati accusati di aver fatto volgare ironia sul suo aspetto fisico. Insomma, parliamo di cose serie e certamente il bodyshaming lo è e va combattuto con ogni mezzo, ma non confondiamolo con una messa in piega», conclude Striscia.

La replica di Michelle Hunziker

Anche la conduttrice del programma tv, Michelle Hunziker, è intervenuta sulla vicenda. Sulle sue storie di Instagram, ha bollato la notizia come «fake news totale». «Ho visto che si è alzato un polverone incredibile su una fake news totale – racconta – cioè dicono che noi abbiamo offeso pesantemente Giovanna Botteri, cosa assolutamente non vera. Perché noi con Striscia abbiamo mandato in onda un servizio a favore di questa giornalista, dicendo che tanti media e molti social l’hanno presa in giro per il suo look e invece noi prendiamo atto del fatto che si è fatta un’ottima e una bellissima messa in piega».

«Questo – prosegue la conduttrice – non è attaccare una persona, è rimanere nei toni di ‘Striscia’ come sempre e soprattutto non è body shaming. Va bene? Cerchiamo di andarle a vedere le cose prima di accusare».

Il servizio di Striscia la notizia

Il mondo del giornalismo

Ieri, 2 maggio, i sindacati dei giornalisti – Cpo Cnog, Fnsi e Usigraqi e Giulia Giornaliste – hanno deciso di comune accordo di esprimere solidarietà a Botteri. «In inglese si chiama body shaming, ma la potenza negativa di questa pratica si esprime bene anche usando l’italiano. Derisione, fino ad arrivare a vere e proprie offese, per come si appare, per come è il corpo, per come ci si veste, hanno scritto. Nemmeno a dirlo è una pratica ormai diffusissima nei social network – si legge nel comunicato – Colpite sono soprattutto le donne, che sono il gruppo sociale più odiato in rete. Una forma di attacco subdolo perché attraverso la risata che vorrebbe suscitare, ridicolizza, ferisce. La si giudica, deride, offende per come si veste. Per i suoi capelli. L’abbiamo contattata per esprimerle la nostra solidarietà».

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