Conte: «Mascherine gratis per chi non può permettersele». E accelera sulle riaperture anticipate mediando con Italia Viva
Con la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus che sta entrando nel vivo, cresce anche la polemica sulle mascherine, indispensabili ormai per qualunque circostanza lavorativa e sociale, e che rischiano di essere introvabili. Scenario che il governo sta tentando di allontanare, con il premier Giuseppe Conte che in un’intervista all’Agi ha difeso l’impegno del commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri nella diffusione delle mascherine.
«Sta lavorando senza tregua – ha detto Conte – la produzione viene aumentata esponenzialmente in queste settimane e sono stati sotto scritti accordi con supermercati, grande distribuzione, farmacie e parafarmacie per rendere disponibili le mascherine al prezzo fissato». La cifra di 50 centesimi a pezzo però diventa per tutti gli italiani una tassa occulta, che non tutti possono permettersi: «Faremo in modo di distribuire un certo numero di mascherine gratuitamente alle famiglie più bisognose», ha garantito il premier.
Le riaperture
Attività come ristoranti e parrucchieri in primis spingono perché sia anticipata la data di riapertura, dopo due mesi di enormi sofferenze economiche per il lockdown. Il governo valuta la possibilità di anticipare rispetto alla fine del mese le riaperture, non solo per alcune regioni, ma probabilmente per l’intero territorio nazionale. A patto che continui «il senso di responsabilità fin qui dimostrato», dice Conte riferendosi al rispetto delle misure restrittive grazie alle quali i dati dei contagi sono in calo da giorni.
Faccia a faccia tra Conte e Italia Viva
Le pressioni su una ripartenza anticipata arrivano anche dalla stessa maggioranza, a partire da Italia Viva che Conte incontrerà domani a palazzo Chigi. A loro il premier lancia messaggi rassicuranti: «Sono impegnato a valorizzare tutte le forze politiche della maggioranza. Anche quelle di Italia Viva». Fonti del partito di Matteo Renzi confermano che nell’incontro di domani con il presidente del Consiglio si discuterà delle prossime misure economiche nel dl Maggio, ma non mancherà anche la spinosa questione sullo scontro tra il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e il magistrato Nino Di Matteo.
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