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Coronavirus, l’inquietante app Usa che traccia i contagi tra gli universitari assegnando un “punteggio di rischio”

07 Maggio 2020 - 17:23 Giulia Marchina
Con il passare del tempo l'applicazione comunicherà con i sistemi operativi di Google e Apple

Tre università in America – la University of Southern California, la Emory University e la University of Texas Health Science Center – stanno progettando un’app per telefoni cellulari che combini la tracciabilità dei contatti con un “punteggio di rischio” individuale. Il nuovo programma metterà in relazione la posizione dell’utente e i sintomi da Coronavirus, tutto in tempo reale. Contemporaneamente sarà assegnato un “punteggio di rischio” individuale, non solo agli utenti singoli ma anche ai luoghi pubblici visitati. L’idea si ispira a quanto già fatto in Cina con un’applicazione che valutava i fattori di rischio associati agli utenti mediante l’utilizzo di codici di colore verde, giallo e rosso, ispirati al funzionamento dei semafori. Un sistema aspramente criticato finora anche negli Stati Uniti, perché permetteva un monitoraggio della popolazione senza alcuna tutela della privacy.

I manager che se ne stanno occupando, hanno già gettato le basi per il punteggio del credito sociale. Uno dei parametri per il funzionamento sarà costituito dalle idee condivise su social network come Facebook o Twitter: un utente che sposa le idee sbagliate si ritrova non solo rimosso da quella piattaforma, ma anche con l’accesso negato su Paypal o con il conto in banca congelato. Come hanno spiegato i giornalisti di Rt.com, le menti che operano sul progetto dicono che con il passare del tempo l’applicazione comunicherà con i sistemi operativi di Google e Apple. Per cui ogni cosa sarà tracciata.

L’app è prevista entro agosto, in tempo per l’inizio del semestre autunnale. E uno degli aspetti più controversi sarà il sistema di incentivo messo a punto per spingere gli studenti a scaricarla. In base ai movimenti del singolo utente, sono previsti anche premi in denaro. Aspetto che farà sicuramente breccia tra gli studenti universitari, così da rendere più accettabile l’idea di farsi monitorare, per qualche spicciolo in più.

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