Coronavirus, i numeri in chiaro. Lopalco: «Italia spaccata in due, in Puglia 200 positivi tra i fuorisede» – Il video
I dati pubblicati dalla Protezione civile il 9 maggio dicono che in Italia ci sono 84.842 attualmente positivi al Coronavirus (-3.119) e 103.031 guariti (+4.008). In calo il numero dei ricoveri, delle terapie intensive e dei pazienti in isolamento domiciliare a fronte, però, di 194 decessi (ieri erano 243, il totale è di 30.395 morti).
«Questo trend positivo non è altro che il risultato del lockdown, deriva dal fatto che siamo stati chiusi a casa per due mesi», spiega Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e coordinatore scientifico della task force della Regione Puglia. «Questi numeri, però, ci fanno vedere un’Italia spaccata a metà: abbiamo delle regioni che da sole fanno i 2/3 dei casi nazionali. Il lockdown, dunque, ha rallentato la corsa del virus. Adesso dovremo capire cosa succederà nelle prossime settimane, quali saranno gli effetti della fase 2».
In Puglia estetisti, parrucchieri e barbieri riapriranno il 18 maggio: «Due settimane non fanno la differenza, noi oggi abbiamo riportato 30 casi ma sappiamo perfettamente dove stanno, circoscritti in un’azienda e in una casa di riposo». E sui fuorisede, che sono rientrati in regione, dice: «Tutti i casi, registrati in Puglia, venivano dalla Lombardia. Sul sito della Regione, intanto, si sono iscritte 30mila persone e di queste 200 sono risultate positive. E se queste 200 persone fossero state lasciate libere di circolare? Avrebbero aperto tante catene di contagio che avrebbero comportato altri casi».
«Se io avessi dovuto fare i miei interessi, avrei detto al governatore della Puglia, Michele Emiliano, di tenere la gente chiusa in casa per altri due mesi, così avrei fatto una bella figura», chiosa Lopalco. «E, invece, no. Dobbiamo tenere presenti non solo i casi di malattia ma anche l’epidemia di povertà, che può avere conseguenze ancora più gravi dell’epidemia da Coronavirus, ma anche l’epidemia di depressione. Bisogna trovare un giusto bilanciamento, insomma. Non dobbiamo arrivare a zero casi, dobbiamo garantire la tenuta del sistema sanitario», aggiunge.
E, infine, sulla riapertura degli stadi:« Riempirli? Assolutamente no, sarà l’ultima attività a riprendere. Sono sicuro che anche i professionisti del calcio non pensano neanche per sogno di riaprire gli stadi adesso».
Video di Fabio Giuffrida | Grafiche e montaggio video di Vincenzo Monaco
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