Vittorio Feltri: «Quanto è stato pagato di riscatto per Silvia Romano?». E sui social riparte lo shitstorm come ai tempi del rapimento
Qualche giorno dopo il rapimento di Silvia Romano, avvenuto il 20 novembre 2018 a Chakama, villaggio a 80 chilometri da Malindi, in Italia si scatenò un dibattito: era giusto che lo Stato pagasse il riscatto di una cittadina che aveva scelto autonomamente di fare volontariato in un posto non sicuro? Da questa domanda, legittima, sui social partì il linciaggio della giovane cooperante, accusata di non aver considerato i rischi della sua missione in Africa. Si chiama shitstorm: traducendo il gergo da social network, consiste in una tempesta di insulti e cattiverie difficili da arginare. Questi alcuni dei commenti rivolti a Silvia Romano, durante i primi giorni di prigionia, su Facebook: «Se l’è cercata». «Un’oca giuliva, poteva stare a casa ad aiutare gli italiani». «Tenetevela». «Ora quanto ci costerà farla tornare a casa sua. Basta che le diano l’obbligo di dimora e firma». Fino ai peggiori: «Bloccare i pagamenti dei riscatti: far morire un buonista per educarne cento».
Oggi, 10 maggio, giorno del rientro in Italia di Silvia Romano dopo 535 giorni di prigionia, il direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri scrive su Twitter: «Siamo tutti contenti della liberazione di Silvia Romano. Lo saremmo di più se ci dicessero quanto s’è dovuto pagare di riscatto». A ruota, sui social, si sta riaccendendo la polemica relativa all’opportunità di versare denaro ai terroristi di Al Shabaab per permettere la liberazione della 24enne milanese. Sono molti in rete a chiedersi se sia stato pagato o meno un riscatto. Altrettanti utenti si interrogano sull’entità della cifra
May 10, 2020
E lo shitstorm sgorga di nuovo: a un anno e mezzo dal rapimento, non c’è segnale che la violenza sia sparita dai social network. Certo non si può accusare Feltri di incoerenza. Quattro giorni dopo il sequestro usciva sul suo giornale un articolo intitolato «La brutale verità su Silvia Romano: “Vittima di miserabili indigeni, ecco quanto ci costerà”». La firma è proprio del direttore del quotidiano Libero, che in un passaggio del suo editoriale scriveva:
Non ha preso in considerazione gli incidenti che le sarebbero potuti accadere. Li ha trascurati, e ne è rimasta vittima. Non è la prima volta che alcune fanciulle, animate dal desiderio di soccorrere le popolazioni dei luoghi più sfigati, si lasciano alle spalle la propria nazione onde raggiungere territori dove la gente campa male e necessita di sostegni. Ma costoro spesso hanno dovuto poi fare i conti con le difficoltà locali: banditi, terroristi, islamici invasati. I quali puntano a raccattare denaro in qualsiasi modo, perfino quello di incatenare benefattori conclamati ben sapendo di ottenere agevolmente i soldi del riscatto.
Vittorio Feltri, Libero, 24 nov 2018
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