Chi è Luciano Carta, il capo dell’Aise che ha portato a casa Silvia Romano
Alla fine di questa settimana lascerà il ruolo militare, per diventare un civile a tutti gli effetti. La settimana successiva, prenderà posto su una poltrona importantissima, che infatti fino ad ora è stata occupata da Gianni De Gennaro: quella di presidente di Leonardo (ex Finmeccanica). Luciano Carta, nato a Carbonia nel 1957, studi classici, plurilaureato e “molto sardo”, come dice chi lo conosce bene, saluta l’Aise, i servizi segreti esteri con il salvataggio di Silvia Romano per prendere un ruolo che con l’intelligence e le relazioni internazionali ha ancora molto a che fare, ad esempio in tema di armamenti.
Scegliere qualcun altro del resto sarebbe stato difficile: in due anni è riuscito a sbloccare diverse situazioni che sembravano impantanate. La prima è stata l’estradizione di Cesare Battisti (a cui si era iniziato a lavorare molto prima del suo arrivo, per la verità), l’ultima, la liberazione di Silvia Romano. Nel mezzo, sono stati liberati altri tre ostaggi italiani, tutti vittime di sequestro internazionale: tra aprile e maggio 2019 sono stati rispettivamente riportati a casa Sergio Zanotti e Alessandro Sandrini, sequestrati in Turchia ma finiti in Siria, mentre il 14 marzo sono tornati in libertà Luca Tacchetto e la compagna canadese Edith Blois, che erano scomparsi in Burkina Faso.
Ora, Silvia Romano. Tutti sequestri che alcune fonti davano come difficilissimi da sbrogliare e infatti per tutti c’è voluto parecchio tempo: Sergio Zanotti, si era spinto al confine tra Turchia e Siria in cerca di fortuna, il 14 aprile 2016; Sandrini, 33enne, era andato a 180 chilometri da Aleppo in vacanza, il 3 ottobre 2016 (è stato liberato nel maggio 2019). Il 14 marzo scorso sono finalmente stati rilasciati Luca Tacchetto e la fidanzata canadese, rapiti il 15 dicembre 2018, mentre erano in viaggio per un progetto di solidarietà internazionale: la coppia ha raccontato di essere riuscita a sfuggire ai carcerieri che avevano allentato le misure di sicurezza, nessuno ha mai specificato i dettagli di questa strana “distrazione” ad hoc.
E prima? A lungo Carta è stato il volto pubblico della Guardia di finanza, capo ufficio stampa per un periodo consistente, circa 7 anni, dal 1995 al 2002. Fino ad allora, la carriera era stata prima nell’amata Sardegna, quindi a Genova e Livorno. E, soprattutto, a Milano: negli anni di Tangentopoli, Luciano Carta è il capo operazioni del Nucleo di polizia Tributaria delle Fiamme gialle e gioca dunque un ruolo decisivo. Poi viene chiamato a Roma, da un comandante generale, Rolando Mosca Moschini che – secondo alcuni – è anche una delle chiavi per spiegare la vicinanza col presidente Sergio Mattarella (Mosca Moschini è segretario del Consiglio supremo di difesa ed è consigliere militare del Quirinale).
Prima di arrivare all’Aise, come vice e poi come capo, ha guidato i reparti speciali ed è stato capo di Stato maggiore della Finanza. Da quando guida i servizi esteri ha incassato l’appoggio di praticamente tutti gli schieramenti, tanto che poi la nomina a Finmeccanica è stata approvata all’unanimità. Nel frattempo, ha fatto una vita piuttosto riservata, pure questa da sardo, dice qualcuno.
In copertina, foto Ansa | A sinistra Luciano Carta a destra Giuseppe Conte
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