Coronavirus, Arcuri si difende sulle mascherine finite: «Non è colpa mia». Federfarma: «Ci dica dove trovarle, non sono disponibili»
Le mascherine da 50 centesimi non si trovano e il commissario per l’emergenza Coronavirus prova a difendersi. «La colpa non è mia ma di distributori e farmacisti», è la posizione di Domenico Arcuri in una nota scritta con l’intento di allontanare da sé ogni sospetto di cattiva condotta dopo le accuse rivoltegli da Federfarma. L’allarme è scattato nel pomeriggio quando il distributore farmaceutico ha reso noto che non sono disponibili per l’acquisto né guanti né alcol e, soprattutto, che le mascherine di cui tanto si è parlato la scorsa settimana sarebbero «già finite».
«Non sono io a dover rifornire i farmacisti», ha puntualizzato Arcuri aggiungendo che compito del commissario è invece quello di rifornire Regioni, sanità, servizi pubblici essenziali e – dall’inizio della Fase 2 – anche anche i trasporti pubblici locali e le Rsa, pubbliche e private. Arcuri punta dunque il dito contro i distributori e i farmacisti: «Le farmacie non hanno le mascherine perché due società di distribuzione hanno dichiarato il falso non avendo nei magazzini i 12 milioni di mascherine che sostenevano di avere».
Una dichiarazione che ha mandato su tutte le furie Federfarma: «Il Commissario mi dica dove devo trovarle e noi ben volentieri le comperiamo», ha detto in serata il presidente Marco Cossolo. «A quest’ora sul mercato non sono disponibili. E si faceva una gran fatica anche prima del prezzo calmierato. Le farmacie non si sono mai lamentate né del prezzo basso, né abbiamo mai detto che ci rimettevamo a venderle perché eravamo ristorati».
Ma è invece proprio sul fattore prezzo che insiste Arcuri. È sul prezzo che – a suo avviso – starebbe la spiegazione del cortocircuito: «Il tetto massimo di 50 centesimi è stato fissato nell’esclusivo interesse dei cittadini. Anche perché chi oggi afferma di non avere mascherine e di aver bisogno delle forniture del commissario, fino a qualche settimana fa le aveva e le faceva pagare ben di più ai cittadini».
«Ho la possibilità di prolungare il termine di validità dell’accordo – ha concluso Arcuri – purché i farmacisti trovino le mascherine e le vendano a 0,50 centesimi più Iva, avendo quindi un ristoro garantito». E suona come un ultimatum.
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