Coronavirus. Il Governo ha ordinato di non fare le autopsie sui morti Covid-19? Si potevano e si possono fare
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In questi giorni circolano gli screenshot di una circolare del Ministero della Salute in merito alle autopsie sui morti Covid-19. Secondo la narrativa proposta, il Governo avrebbe vietato di effettuarle per insabbiare «la verità sul Coronavirus». Una vecchia conoscenza, Cesare Sacchetti, propone su Twitter ciò che altri avevano già affermato prima di lui diffondendo l’alone del complotto:
Ecco la circolare dove il Ministero della Sanità ordinava di non fare le autopsie sui morti con Covid. Se si fossero fatte le autopsie, terapie sbagliate sarebbero state evitate e molte persone non sarebbero morte. Non volevano far venire fuori la verità. Volevano insabbiarla.
A parte citare il «Ministero della Sanità» anziché il più corretto «Ministero della Salute» (è pure scritto nell’intestazione del documento), non vi è alcun divieto di praticare le autopsie sui morti Covid-19. Si tratta di pura disinformazione basata sull’errata comprensione del testo, o della distorsione dello stesso per sostenere l’ennesima teoria di complotto.
La circolare in questione è la n. 15280 del 2 maggio 2020 – «Oggetto: Indicazioni emergenziali connesse ad epidemia COVID-19 riguardanti il settore funebre, cimiteriale e di cremazione» – dove leggiamo a pagina 4 le indicazioni sugli esami autoptici e riscontri diagnostici (capitolo C):
1- Per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio.
Nella lingua italiana «non si dovrebbe» non significa «è vietato» o «è proibito». Infatti, il capitolo prosegue con il punto 2:
2- L’Autorità Giudiziaria potrà valutare, nella propria autonomia, la possibilità di limitare l’accertamento alla sola ispezione esterna del cadavere in tutti i casi in cui l’autopsia non sia strettamente necessaria. Analogamente le Direzioni sanitarie di ciascuna regione daranno indicazioni finalizzate a limitare l’esecuzione dei riscontri diagnostici ai soli casi volti alla diagnosi di causa del decesso, limitando allo stretto necessario quelli da eseguire per motivi di studio e approfondimento.
Basta leggere questo secondo punto per comprendere che le Direzioni sanitarie possono comunque eseguire riscontri diagnostici ai soli casi volti alla diagnosi di causa del decesso. Passiamo al punto 3:
3- In caso di esecuzione di esame autoptico o riscontro diagnostico, oltre ad una attenta valutazione preventiva dei rischi e dei vantaggi connessi a tale procedura, devono essere adottate tutte le precauzioni seguite durante l’assistenza del malato. Le autopsie e i riscontri possono essere effettuate solo in quelle sale settorie che garantiscano condizioni di massima sicurezza e protezione infettivologica per operatori ed ambienti di lavoro: sale BSL3, ovvero con adeguato sistema di aerazione, cioè un sistema con minimo di 6 e un massimo di 12 ricambi aria per ora, pressione negativa rispetto alle aree adiacenti, e fuoriuscita di aria direttamente all’esterno della struttura stessa o attraverso filtri HEPA, se l’aria ricircola. Oltre agli indumenti protettivi e all’impiego dei DPI, l’anatomo patologo e tutto il personale presente in sala autoptica indosseranno un doppio paio di guanti in lattice, con interposto un paio di guanti antitaglio.
Per concludere, dopo una sfilza di indicazioni riguardanti la sicurezza del personale e non solo, al punto 8 leggiamo come dovrebbe essere trattata la sala settoria al termine dell’autopsia:
8- Al termine dell’autopsia o del riscontro diagnostico, la sala settoria deve essere accuratamente lavata con soluzione di ipoclorito di sodio o di fenolo.
Quindi, ancora una volta, le autopsie si possono effettuare per i morti Covid-19 a patto che vi siano le condizioni per farlo in sicurezza. Condizioni che erano già note agli addetti ai lavori, anche in merito alle difficoltà in alcune zone in cui non sono presenti sale BSL3. Ecco quanto riportato in un articolo del 10 aprile 2020:
CATANIA – Non ci sono sale autoptiche a Catania che hanno i requisiti previsti dal ministero della Salute per poter eseguire esami sui pazienti deceduti per Covid-19. E la situazione purtroppo non è migliore nel resto del Paese. La denuncia parte dalla Società Italiana Medici Legali e Assicurativi (Simla), il cui segretario è il medico catanese Lucio Di Mauro. Una fotografia scattata con molta chiarezza dall’ente che sta pressando il ministro Speranza su due fronti: uno sull’oggettiva mancanza di tutele nei confronti dei professionisti che operano nel settore e dall’altra la necessità di dotare il sistema sanitario italiano di locali idonei a poter effettuare le autopsie.
Corretto! Simla, la Società Italiana Medici Legali e Assicurativi, aveva denunciato attraverso il proprio sito il fatto che molte sale autoptiche non risultano essere adeguate allo svolgimento delle autopsie in sicurezza.
Conclusioni
Sostenere che il Ministero della Salute o il Governo vietino di effettuare le autopsie sui morti Covid-19 risulta completamente falso. Il Ministero si è limitato a fornire le indicazioni su come le autopsie andrebbero fatte in sicurezza, soprattutto di fronte a un virus che fin dagli inizi non si conosceva granché. Un altro fatto riguarda il problema degli ambienti di lavoro adatti per effettuarle, un’informazione che di fatto smentisce la narrativa del divieto.
Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English)
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