Coronavirus, in Piemonte tre scuole riaprono. Il sindaco di Borgosesia sfida il veto della ministra Azzolina: «Lezioni in palestra»
«Qualcuno che a Roma non riesce a dare risposte ai propri cittadini ha messo i bastoni tra le ruote a una pubblica amministrazione che le risposte le ha date». Il no alla riapertura delle scuole durante l’emergenza Coronavirus, seppur in forma sperimentale, non ferma il sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani, che questa mattina ha accolto una decina di bambini nella palestra e nella ludoteca del Comune in provincia di Vercelli. «Evidentemente alla ministra Lucia Azzolina, che non sta dando risposte a precari e famiglie, deve aver dato fastidio vedere un progetto così a pochi chilometri da casa».
Una soluzione, quella ideata dal sindaco borgosesiano Paolo Tiramani, in disaccordo con le politiche della ministra dell’Istruzione Azzolina. Ieri, è arrivata anche la retromarcia della preside della scuola di Borgosesia, Raffaella Paganotti. In una lettera, riportata da la Repubblica, la donna ha spiegato che il progetto sarebbe finito in un nulla di fatto perché in contrasto con l’ultimo dpcm del governo Conte: sebbene i locali siano di proprietà del Comune, l’edificio è in concessione per i servizi scolastici solo fino a giugno.
Il dietrofront della dirigente non ha però fermato il progetto. Tre le classi da 4-5 bimbi ciascuna per le elementari, due per i bimbi della materna, sistemati negli spazi di proprietà del Comune. «Da Borgosesia e Quarona parte un modello per tutta Italia – sottolinea Tiramani – che vuole aiutare le famiglie che sono tornate al lavoro, ma che non possono assistere ai propri bambini. Dove il Governo non è arrivato, arrivano la pubblica amministrazione e gli enti locali».
Oggi, per tre istituti in Piemonte, precisamente a Borgosesia, Quarona e Varallo Sesia, parte un progetto pilota, già annunciato nei giorni scorsi. È suonata la campanella alle ore 8.00 per 36 alunni di età compresa tra i 3 e i 10 anni. Le lezioni riprendono anche nel pomeriggio, fino alle 18. Il servizio di assistenza è dedicato ai genitori che lavorano e non hanno altre soluzioni per accudire i figli. Controlli della temperatura all’ingresso, banchi distanziatati e zainetto in spalla, i bambini sono affidati a educatori professionali sottoposti a test sierologico, in ambienti sanificati e con accorgimenti che hanno avuto il via libera dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.
Leggi anche:
- Scuola, la ministra Azzolina: «Bocciatura possibile se lo studente è troppo carente»
- Coronavirus, ok del governo alle Regioni: dal 18 maggio via libera alla riapertura di bar, ristoranti, parrucchieri e negozi
- Meno di mille in terapia intensiva: non accadeva da 2 mesi. In calo (lentamente) i nuovi contagi: +744
- I numeri in chiaro. Il fisico Sestili: «In una settimana le persone infette sono scese di circa 20.000 unità»
- Coronavirus. La Francia riparte, ma è già polemica per gli assembramenti in metro – Le immagini
- Coronavirus. Quasi una famiglia su due in Italia ha ridotto la spesa alimentare e una su tre non ha pagato le bollette – Lo studio
- Caos sulle mascherine a 50 centesimi, Arcuri tira dritto: «Il prezzo rimane quello: magazzini delle Regioni pieni, i problemi sono dei distributori»