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Coronavirus, gli strani numeri della Russia con tanti contagi e poche vittime. I medici: «Vietato dire che ci sono morti per il virus»

13 Maggio 2020 - 11:07 Giulia Marchina
I decessi ufficiali per la pandemia in Russia sono al momento poco oltre i 2 mila. Ma secondo il Financial Times sarebbero oltre il 72% in più

In Russia i report sui decessi da Coronavirus non dicono la verità. Anastasija Vasilieva, che guida il sindacato “Alleanza dei medici”, racconta: «Le statistiche russe sono manipolate. Da sempre». Ad oggi, il Paese conta oltre 242 mila contagiati e 2.116 morti, anche se il tasso di mortalità rimane tra i più bassi in assoluto: 0,9% su 145 milioni di abitanti.

«C’è un ordine tacito a non diagnosticare il coronavirus post-mortem. Le cause di un decesso sono facili da manipolare. Si muore delle complicazioni causate dal Coronavirus, come insufficienza cardiovascolare o renale», dice Vasilieva a Repubblica. E ancora: «Succede perché all’inizio della pandemia, le autorità ripetevano che la situazione era “sotto controllo”. Ora si scoprono contagi e morti e nessuno vuole esserne responsabile né tantomeno riconoscere che aveva torto».

Il Financial Times ha stimato che le vittime Covid sarebbero oltre il 72% in più. Valentina Dolgopolova, 27 anni, che lavora come medico tra i pazienti malati di Coronavirus, parla di dati «approssimativi». Tra i morti, moltissimi dottori e operatori sanitari che perdono la vita per mancanza di protezioni e di tamponi.

Giorni fa, giovani medici avevano denunciato la situazione, dicendo di essere stati «mandati al fronte senza munizioni». Alcuni di loro sono morti misteriosamente, l’ultimo, Alexander Shulepov, è caduto da una finestra. A questo proposito, esiste una lista chiamata In memoriam e stilata dal cardiologo moscovita Aleksej Erlikh. Nell’elenco, i nomi dei colleghi caduti nella lotta al Coronavirus.

Contiene 174 nomi, molti di più di quelli ufficiali. «È semplice. Il virus di per sé non uccide nessuno. Si muore di complicazioni. È il solito vecchio vizio che esiste da tanto e tanto tempo. Come ai tempi di Chernobyl le autorità decidono di tacere».

La ripartenza in Russia

Intanto, da ieri in Russia è iniziata la “fase 2”. E Putin, nel discorso alla nazione ha ufficializzato la fine del “periodo nazionale di ferie pagate”. Vasilieva teme un ritorno alla “fase 1”, dovuto a un nuovo picco di contagi: «Putin ha paura. La gente non ha più soldi per mangiare e, allentando le restrizioni, spera di placare le tensioni nella società. Ma è strategicamente sbagliato riaprire proprio quando c’è il picco dei contagi».

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