Decreto rilancio, accordo sui lavoratori stranieri: salta lo scudo ai condannati per caporalato. Al via il Cdm
C’è l’accordo nel governo sulla regolarizzazione dei lavoratori stranieri, non solo braccianti, ma anche colf e badanti. Norme che entreranno nel decreto Rilancio, che dovrebbe vedere la luce oggi durante il Consiglio dei ministri, che però in giornata slitta nuovamente: dalle 14 alle 17, per poi comincare effettivamente poco prima delle 18.30.
Pare essere saltata la quadra sulle coperture per far fronte all’emergenza Coronavirus, in particolare l’accordo sulle risorse per il rinnovo della cassa integrazione, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera. Mentre è sceso da 180 a 140 milioni il fondo a sostegno agli affitti.
Ecco il testo della bozza finale del decreto Rilancio
Lo schema del dl Rilancio prevedeva 10 miliardi per la Cig, 4 miliardi per il taglio dell’Irap e 6 destinati alle piccole e medie imprese. 2 miliardi erano previsti per sostenere i negozi e le attività produttive che dovranno adattarsi alle misure anti Covid, altrettanti per per misure fiscali. 2,5 per turismo e cultura, 5 per sanità e sicurezza. In totale una maxi-manovra da 55 miliardi, che ne mobilita 130 di liquidità.
L’accordo sui lavoratori stranieri
Il disco verde sulla regolarizzazione dei lavoratori stranieri è arrivato dopo mezzanotte con il segnale di disgelo del capo politico del M5s, Vito Crimi, che ha giudicato l’accordo «soddisfacente, frutto di un testo modificato e migliorato rispetto a domenica scorsa» e che «mette al centro il lavoro regolare». È da giorni infatti che la maggioranza si divide, con i grillini sin da subito contrari a provvedimenti che assomigliassero troppo a una sanatoria.
L’intesa non riguarderà solo i lavoratori dell’agricoltura, ha chiarito il ministro per il Sud, Beppe Provenzano, ma anche colf e badanti, che siano stranieri o italiani. Confermate le misure per l’emersione del lavoro nero e la concessione dei permessi di soggiorno temporanei. Esclusi, come chiedevano i Cinque stelle, gli scudi penali per i datori di lavoro condannati per caporalato o reati come lo sfruttamento della prostituzione e l’immigrazione clandestina.
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