Eva, la ricercatrice del Bambin Gesù: «I bimbi reagiscono meglio al Coronavirus, ecco perché i casi gravi sono rari»
«Ci siamo chiesti: perché i bambini reagiscono meglio degli adulti al Coronavirus? Così abbiamo studiato il loro sistema immunitario scoprendo che producono degli anticorpi naturali che reagiscono bene quando incontrano nuovi virus, come nel caso del Covid-19». A parlare a Open è Eva Piano Mortari, ricercatrice di 35 anni del Bambin Gesù di Roma che ha firmato un articolo pubblicato su The Lancet Child and Adolescent Health. Anticorpi che, spiega, «invecchiando, si iniziano a perdere, soprattutto da anziani, ecco perché chi è in età avanzata deve prestare maggiore attenzione». Il coordinamento dello studio è affidato a Franco Locatelli, dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, insieme a Giuseppe Ippolito dello Spallanzani di Roma. Nel team anche Rita Carsetti, Concetta Quintarelli, Isabella Quinti e Alimuddin Zumla.
«I casi gravi sono rari»
È ormai noto che i bambini si ammalano meno. «I piccoli possono anche essere infettati da SARS-CoV-2, ma la maggior parte dei casi pediatrici confermati in laboratorio sono lievi, dunque nei bambini la malattia grave è rara», si legge nella ricerca. E ancora: «Finora non ci sono prove di un grado inferiore di espressione o funzione del recettore SARS-CoV-2 nei bambini. Pertanto, studiare il loro sistema immunitario potrebbe essere la chiave per comprendere la protezione o la suscettibilità alla SARS-CoV-2».
Malattia di Kawasaki e Coronavirus
Il Coronavirus sembra essere più aggressivo nei confronti degli adulti anche se, come raccomandato a Open dal professor Angelo Ravelli, non bisogna abbassare la guardia. In tutta Europa, ad esempio, si stanno riscontrando molti (o, meglio dire, troppi) casi di malattia di Kawasaki che potrebbero essere collegati al Covid-19. Un allarme che viene dal Regno Unito e che ha spinto 500 pediatri da tutto il mondo a riunirsi in teleconferenza, senza dimenticare poi le testimonianze raccolte da Open a Bergamo.
«Non andate a trovare i nonni»
La ricercatrice spiega che, da adulti (e soprattutto da anziani), le cellule che “salvano” i bambini dai virus iniziano a diminuire «per fare spazio a quelle più specifiche, per esempio contro morbillo o varicella». In altre parole, «il sistema immunitario dei bambini è più preparato del nostro a rispondere a nuovi stimoli. Si tratta ancora, però, di dati preliminari e l’obiettivo è quello di poter effettuare uno studio», dunque con una validazione scientifica. Il suo consiglio alle mamme, «da mamma», è quello di «non andare a trovare i nonni, i più esposti al virus», dice Eva Piano Mortari. «Resistete ancora un po’, riduciamo al minimo i contatti sociali in attesa che arrivi un vaccino. Basta che poi lo facciano tutti».
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