Fase 2, cosa cambia dal 18 maggio: le novità su autodichiarazione, ristoranti, visite agli amici e spiagge
Alcuni aspetti sono ancora in corso di definizione, ma ci sono già alcune certezze sull’inizio della vera fase 2, quella che partirà lunedì 18 maggio. Sport, ristorazione e turismo sono i capitoli della ripartenza che si stanno definendo con più chiarezza, con una costante che riguarderà tutti i cittadini: l’autocertificazione, almeno all’interno della propria regione, dovrebbe non servire più.
Il modulo per gli spostamenti
Nel nuovo Dpcm, che regolerà la vita degli italiani a partire dal prossimo 18 maggio e che dovrebbe essere emanato entro il prossimo sabato, l’obbligo dell’autocertificazione per ogni spostamento potrebbe decadere. Stando alle indiscrezioni, l’autocertificazione dovrebbe restare obbligatoria solo per muoversi verso regioni diverse da quella in cui ci si trova: spostamento già possibile per motivi di salute, di lavoro e di ritorno alla residenza. Non è escluso invece che, da giugno, ci si potrà muovere liberamente tra le regioni con minore incidenza di contagi.
Sport
Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha comunicato la data del 25 maggio per le riaperture di palestre e di strutture sportive. Si attendono le linee guida del Comitato tecnico scientifico per consentire la ripartenza dei centri sportivi: le indicazioni dovrebbero arrivare entro il fine settimana. Discorso diverso per gli sportivi professionisti, tra cui il calcio: gli allenamenti collettivi potrebbero ricominciare già dal 18 maggio. «Capisco che sebbene la mia delega riguardi tutto il mondo dello sport ci sia un’attenzione particolare per il calcio – ha detto Spadafora -. Sono consapevole dell’importanza sociale del calcio, ma anche del fatto che sia una delle industrie più importanti ed è un valore aggiunto per il nostro paese».
Ristoranti e spiagge
Maggiori polemiche si sono concentrate sui protocolli per la riapertura in sicurezza di bar, ristoranti e stabilimenti balneari. La regola dei quattro metri quadrati per cliente appare troppo restrittiva e non permetterebbe a molte attività di riaprire. La Regione Veneto proverebbe ad aggirare in autonomia l’intoppo, varando un proprio protocollo che calcolerebbe le distanze di sicurezza partendo dal centro dei tavoli dei ristoranti. Anche le associazioni di categoria ritengono la misura pensata dall’Inail inapplicabile, parlando di un’insostenibile riduzione di clientela del 60% per le attività di ristorazione. Il governo si sarebbe detto d’accordo a far osservare, per due settimane, i quattro metri quadrati previsti, per poi rimodulare la disposizione in funzione della curva del contagio.
Lavoro in Lombardia
La regione più colpita di Italia dal Coronavirus ha adottato misure più restrittive per le due settimane che vanno dal 18 al 31 maggio. La nuova ordinanza del presidente Attilio Fontana, dedicata al mondo del lavoro, prevede che tutto il personale sia sottoposto a controllo della temperatura corporea prima dell’accesso al luogo di lavoro: sarà interdetto nel caso in cui superi 37,5°C. Nel caso in cui il dipendente manifesti sintomi riconducibili alla Covid-19 come tosse o raffreddore, l’azienda dovrà procedere immediatamente a isolarlo comunicando all’Ats il caso sospetto.
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