Le lacrime di Bellanova e le polemiche di Salvini: «Piange per gli immigrati e non per gli italiani. Non commuove nessuno»
È stato un lungo iter quello del Dl Rilancio, fu Dl Aprile e poi Dl Maggio. Ma al termine del Cdm di ieri, 13 maggio, in serata, quel che ha fatto più discutere le opposizioni sono state le lacrime di Teresa Bellanova. La ministra per le Politiche Agricole, esponente di Italia Viva ed ex sindacalista, si è commossa per l’approvazione del provvedimento sulle regolamentazioni temporanee di alcune categorie di lavoratori. «Da oggi gli invisibili saranno meno invisibili», aveva detto, senza riuscire a contenere l’emozione.
Alle 22:10 di ieri, 13 maggio, il senatore e segretario della Lega Matteo Salvini ha condiviso prontamente su Twitter una foto di Bellanova in lacrime, accostata al volto di Elsa Fornero, ministra del Welfare nel governo di Mario Monti, che nel dicembre del 2011 aveva versato qualche lacrima durante la presentazione delle modifiche dei criteri di pensionamento in chiave austerity che aspettavano l’Italia.
May 13, 2020
«Le lacrime della Bellanova per gli immigrati ricordano il precedente pianto di una ministra… quello della signora Fornero», ha scritto Salvini. «Piangeva mentre fregava milioni di pensionati e di italiani. Le lacrime della Bellanova per i poveri immigrati, con tanti saluti ai milioni di italiani disoccupati, non commuovono nessuno».
May 14, 2020
La risposta di Bellanova
Nella mattina è poi arrivata la risposta di Bellanova, che con un lungo post su Facebook è stata costretta a giustificare la sua reazione anche “in quanto donna”. «È vero. Ho pianto – ha scritto la ministra -. Hanno accostato le mie lacrime ad altre lacrime: le hanno riportate ad un genere, quello femminile. Io invece ho avuto la forza di piangere perché ho chiuso il cerchio di una vita che non è soltanto la mia, ma è quella di tantissime donne e uomini che come me hanno lavorato nei campi».
«Non esiste un “pianto di genere”», ha insistito Bellanova. «La forza delle donne, ed anche di molti uomini, è proprio saper piangere. Perché l’unico genere capace di pianto è quello umano. Le donne qui non c’entrano nulla».
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