Coronavirus, Gualtieri: «Capisco la rabbia ma con il decreto Rilancio non lasceremo indietro nessuno»
«È evidente che le legittime preoccupazioni di una situazione senza precedenti possano generare anche rabbia. Lo capiamo e per questo il governo impegnato a sostenere imprese e famiglie, a evitare un aumento delle diseguaglianze, ad aiutare i più deboli». Sono le parole del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in un’intervista a La Repubblica. Per Gualtieri le critiche al decreto Rilancio «sono sbagliate. In primo luogo non sono aiuti a pioggia, ma la volontà di non lasciare indietro nessuno in una circostanza così drammatica» determinata dalla pandemia da Coronavirus.
Si tratta di «una precisa scelta politica di questo governo» che il ministro rivendica con enfasi, ma anche «di una scelta che ha efficacia economica. E non è vero nemmeno che nel decreto non si guardi allo sviluppo – sottolinea Gualtieri -. Assieme alle misure per imprese, famiglie e lavoratori ci sono quelle sulla ricapitalizzazione delle imprese, molto importanti per le piccole
e medie aziende, spesso sottocapitalizzate – spiega Gualtieri -. Ci sono gli investimenti massicci sull’efficienza energetica degli edifici e un impegno senza precedenti sull’università, con l’assunzione di 4.000 giovani ricercatori e il più consistente stanziamento per la ricerca mai realizzato. Sono investimenti sul futuro importanti, che mostrano eccome un’idea di sviluppo del Paese».
Inoltre per il ministro «eliminare il saldo-acconto Irap di giugno è scelta di buon senso di fronte a una crisi che colpisce tutto il sistema. Bisogna tenere conto anche di quello che le imprese pensano: per una crisi come questa serve uno schema da grande patto. Senza contare che l’Irap incide in modo particolare ad esempio sul Terzo settore, al quale abbiamo esteso le principali misure di sostegno alle imprese».
Secondo il ministro il pacchetto di misure avrà un impatto positivo sulla crescita «che noi, per prudenza, non abbiamo indicato nel recente Documento di economia e finanza. Ma contiamo che ci sarà e naturalmente sarà condizionato anche all’evoluzione dell’epidemia». «Ora la priorità – aggiunge il ministro dell’Economia – è mettere a terra i 155 miliardi di maggiori stanziamenti di bilancio e attuare tutte le misure. Poi sara’ la volta del decreto semplificazione per l’efficienza della pubblica amministrazione.
Successivamente riprenderemo a delineare un piano di riforme: investimenti, green New Deal, riforma fiscale».
Sul piano europeo, «le conclusioni dell’Eurogruppo sono chiare nel dire che l’unica condizione per accedere ai fondi del Mes è utilizzarli per coprire le spese sanitarie dirette e indirette legate al Covid e per la sua prevenzione. C’è stata parecchia confusione da parte di chi diceva che il Mes prevede comunque condizionalità. Le condizionalità ci sono, ma dopo il negoziato in Europa sono legate esclusivamente al fatto che i soldi siano utilizzati contro il Coronavirus. Non ci sono altre condizioni presenti e future».
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