Recovery Fund, ok del parlamento Ue alla risoluzione. Berlusconi vota con M5s e Pd: «Vittoria del Ppe». Lega e FdI si astengono
Si vanno definendo gli strumenti con cui l’Europa prova a dare una risposta economica alla crisi epocale provocata dalla pandemia di Coronavirus. E se da un lato il Recovery Fund, su cui puntano Italia e Spagna – mentre l’idea è nata a Parigi, sembra essere tornato in alto mare, dall’altro incassa il voto del Parlamento europeo. Che ha approvato a larga maggioranza una risoluzione non vincolante che chiede, tra l’altro che il Recovery Fund, elemento «principale» di un pacchetto di impulso di investimento, anche privato, di 2 miliardi di euro, sia finanziato «attraverso l’emissione di obbligazioni a lungo termine» garantite dal bilancio dell’Unione, aggiuntivo rispetto all’Mff, il Quadro finanziario pluriennale 2021-27. E che le risorse vengano erogate «attraverso prestiti e, soprattutto, sovvenzioni agli Stati, pagamenti diretti per investimenti e capitale proprio». La risoluzione chiede anche nuove risorse per finanziare il bilancio comunitario, per non chiedere troppi contributi aggiuntivi agli Stati dell’Unione.
Il voto
La risoluzione è stata approvata con 505 voti a favore, 119 contrari e 69 astensioni. «È un messaggio potente alle istituzioni ed ai governi, chiede a consiglio e commissione un piano di ripresa rapida e risorse immediate», commenta il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Il documento, presentato da Ppe, Pse, Verdi, Renew Europe (liberali+macroniani), Ecr (il gruppo di cui fa parte Fratelli d’Italia), segue più o meno le richieste fatte dal sud dell’Europa, Italia in testa, e infatti ha avuto l’ok di tutta l’area che fa riferimento alla maggioranza in patria: Pd e Movimento 5 Stelle. A spaccarsi è stata invece l’opposizione nostrana, con Forza Italia che ha votato a favore (con una sola eccezione) insieme a dem e grillini, mentre Lega e Fratelli d’Italia si sono astenuti.
Il Recovery Fund «chiede esattamente ciò che diciamo dall’inizio di questa crisi», commenta Silvio Berlusconi. «E cioè che servono massicce risorse per la ricostruzione in Italia e in tutta Europa. Soldi da utilizzare per prestiti, garanzie e investimenti diretti per immettere liquidità nei mercati. Vogliamo avere risorse per le nostre imprese, risorse per i nostri lavoratori in cassa integrazione, risorse per investimenti nella sanità, per pagare meglio il personale sanitario, per rilanciare molti settori produttivi». «Si tratta di un voto di straordinaria importanza per l’Italia, perché mette nero su bianco la posizione politica e le richieste del PE alla Commissione, in vista della pubblicazione del suo pacchetto di misure per la ricostruzione post Covid 19», dice Brando Benifei, capodelegazione Eurodeputati Pd.
«Il Parlamento Europeo – continua Benifei – appoggia tutte le richieste dell’Italia: un pacchetto di misure pari a duemila miliardi di euro reali, e non tramite sortilegi finanziari o fantasiosi moltiplicatori; un nuovo fondo per la ripresa, operativo da subito, composto soprattutto da prestiti a fondo perduto e con recovery bond garantiti dal bilancio Ue; una riforma drastica delle risorse proprie dell’Unione, per potenziare le sue entrate tramite la webtax, un’imposta sulle transazioni finanziarie speculative, sull’emissione di Co2 introducendo e una base imponibile comune per l’imposta sulle società». Ed è per il 27 maggio l’appuntamento con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che secondo quanto spiegato da Sassoli, presenterà agli eurodeputati la proposta di piano di ricostruzione dell’economia, Recovery Fund, insieme, sembra, al nuovo progetto di bilancio 2021-2027.
In copertina EPA/Olivier Hoslet | Una donna passa di fronte al parlamento europeo a Bruxelles, Belgio, 1 aprile 2020.
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