Botta e risposta Renzi-Calenda sul prestito Fca: «Perché no?», «Te lo spiego»
Italia Viva di Matteo Renzi è stata l’unica forza della maggioranza di governo a difendere la scelta di Fca di chiedere un prestito di 6,3 miliardi con fondi garantiti dallo Stato e dal fondo europeo Sace per far fronte alle difficoltà dell’emergenza Coronavirus. Uno scontro a distanza scoppiato innanzitutto sull’opportunità di chiedere quel finanziamento da parte di una società che ha scelto l’Olanda come sede fiscale, godendo quindi di enormi agevolazioni in fatto di pressione fiscale. Punto sul quale hanno insistito non solo diversi esponenti della maggioranza nei giorni scorsi, a partire dall’ex ministro Pd Andrea Orlando che ha tuonato: «Un’azienda che chiede ingenti finanziamenti allo Stato italiano riposta la sede in Italia».
May 16, 2020
Ad alimentare lo scontro nella maggioranza era proprio intervenuto Luigi Marrattin di Italia Viva, a testa bassa proprio su Orlando:
Lo scontro Renzi-Calenda
«Che male c’è» si chiede Renzi invece se un’azienda chiede un prestito perché punta a «tenere aperte le fabbriche in Italia» e investe nel Paese. Di mali, secondo l’ex ministro Carlo Calenda, che il dossier Fca conosce bene avendolo affrontato quando era titolare del dicastero dello Sviluppo Economico, ce ne sarebbero almeno tre. Il primo, dice il leader di Azione! su Twitter, è che Fca finora ha promesso senza mai rispettare gli investimenti che aveva previsto di fare in Italia. Il secondo riguarda proprio che fine rischiano di fare quei soldi prestati e garantiti dallo stato: «Avrebbe liquidità per sostenere il gruppo – dice Calenda – ma la tiene nella capogruppo per distribuire un maxi dividendo precedente alla fusione con Psa». E terzo, che chiude il cerchio, è che proprio quel maxi dividendo non verrà tassato, in virtù delle agevolazioni fiscali garantite dall’Olanda.
May 18, 2020
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