La mamma in cucina, le “brutte” a casa: l’eterno sessismo dei manuali scolastici. In arrivo un disegno di legge
Le minigonne? Solo per le magre, ovviamente. La bellezza? È angelica. E invece se sei brutta e donna, non ti guarderà nessuno. Quanto agli uomini, a loro capita di essere «talmente infuriati da non ragionare più». Potrebbero sembrare cronache sessiste degli anni Cinquanta, e invece sono le frasi di un esercizio di combinazioni, un classico “completa la frase” di un testo delle scuole medie in circolazione che sta facendo discutere. Si tratta di «Datti una regola» di Rosetta Zordan, del 2014, ed è stato scovato dai laureati del Coordinamento di Scienze della formazione primaria.
Il testo
Le foto dell’esercizio avevano cominciato a circolare tra chat WhatsApp e post on line. Fino ad arrivare sul cellulare del deputato Alessandro Fusacchia. E il politico, che ha una figlia di tre anni, rabbrividisce. Tanto da prendere carta e penna virtuali e intervenire pubblicamente.
Raccontando di due libri agli antipodi. Quello di Zordan, appunto, di cui riporta frasi come: «Lucia è troppo grassa…» finisce con «…per indossare una minigonna». E ancora: «Rossella è così bella da sembrare un angelo, mentre sua sorella è talmente brutta che nessun ragazzo la degna di uno sguardo».
E quello che ha scelto invece di leggere alla figlia: la storia di un drago e di una principessa che “no-grazie, non c’è bisogno di salvarmi perché nella vita voglio fare altro, e il mio futuro è la medicina”.
Sulla vicenda è intervenuta la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: «Quelle frasi sono semplicemente vergognose», ha dichiarato. «Faremo i dovuti approfondimenti e segnaleremo la cosa all’Associazione italiana editori, che siamo certi offrirà la sua collaborazione per evitare che cose del genere accadano ancora».
«La scuola si batte ogni giorno per educare le ragazze e i ragazzi al rispetto, all’uguaglianza. Un lavoro che rischia di essere vanificato se non facciamo tutti la stessa doverosa attenzione ai messaggi che si trasmettono», ha aggiunto la ministra. «Dobbiamo essere ancora più vigili sul tema del sessismo. Oggi parliamo di un libro di testo, ma queste cose accadono ogni giorno sui social, dove le donne vengono continuamente attaccate per come si vestono, si truccano, vengono aggredite verbalmente, anche e soprattutto se sono personaggi pubblici».
Le proposte
Il testo delle medie in questione non è un unicum: un altro tema ricorrente di tanta manualistica ancora in vendita è «la mamma cucina, il papà lavora». «L’educazione al rispetto della persona e della personalità è obiettivo imprescindibile della scuola come comunità educante e formativo dell’individuo nella sua globalità», ha dichiarato Eugenia Anastasia Maccarrone, presidente del Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento.
«Sono un’insegnante precaria, non scelgo quasi mai i libri di testo, ma leggo prima le frasi da assegnare e scelgo con cura le mie consegne. I casi, dice, per fortuna non sono così diffusi. Se è scoppiato un caso mediatico è perché diventa valore-notizia, non routine», ha spiegato.
«Non avrei mai assegnato quell’esercizio, ma se dovessi trovarmi davanti a una consegna simile, la potrei trasformare», ha aggiunto. «Probabilmente, anche con quelle frasi lì, non ne farei un dramma: cambierei la subordinata, rendendo il tutto più divertente, come con la grammatica degli errori di Rodari».
Fusacchia, ex + Europa, oggi leader di Movimenta di cui fa parte insieme a Rossella Muroni, Erasmo Palazzotto, Lia Quartapelle e Paolo Lattanzio, sta lavorando a un disegno di legge contro il sessismo nei testi scolastici. «Sono stato anche accusato di voler fare una commissione che valuti i libri, autorizzati e no», ha chiosato.
«Non è certamente così e la parola censura non c’entra niente. Ma non è più tollerabile continuare così. Stiamo lavorando per cercare di capire dove il sistema intero ha un problema. Non sono interessato a puntare il dito: abbiamo capito che queste storture possono verificarsi per come è organizzata la filiera dei libri scolastici. Gli editori si affidano agli editor, c’è una filiera molto articolata», ha raccontato.
Ecco le proposte: «Prima di tutto formazione per gli editor e un sostegno pubblico e ministeriale a chi materialmente scrive questi libri scolastici. È uno dei nodi», ha detto il deputato. «E poi bisogna lavorare sull’incentivo positivo: invece della sanzione – in negativo – ci potrebbero essere dei meccanismi da studiare, bollini qualità, una certificazione sui libri apprezzati dal mercato e dalle scuole. Stiamo parlando qui di libertà di espressione e bisogna fare in modo che le istituzioni creino condizioni diverse per arrivare a risultati virtuosi evitando ingerenze».
«È evidente che negli anni qualcosa non ha funzionato», ha concluso il deputato. «Le linee guida internazionali dell’Unesco sono forse uno strumento “leggero”. Credo serva una legge per parlamentarizzazione la discussione perché una legge permette di stanziare delle risorse, per esempio appunto per attività di formazione».
In copertina Markus Spiske/Unsplash
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