Omicidio Sacchi, primo faccia a faccia tra il padre di Luca e Anastasia. Lei sfugge da un’uscita secondaria – Esclusivo
È cominciato oggi, 18 maggio, il processo per l’omicidio di Luca Sacchi, il ragazzo di 24 anni ucciso a ottobre scorso fuori dal pub John Cabot nel quartiere Appio Latino di Roma. L’udienza è stata alla fine rinviata al 9 giugno. Visibilmente provato, con lo sguardo che vuole sfuggire alla telecamera, è arrivato alla procura di Roma Alfonso Sacchi, il padre di Luca, seguito dalla moglie, dal figlio minore e dall’avvocato della famiglia, Paolo Salice. «Siamo tesi, sì», dice Sacchi.
In aula la famiglia ha incontrato la fidanzata di Luca, Anastasia, che per sfuggire ai giornalisti è entrata nella palazzina di piazzale Clodio da un ingresso secondario. A metà dibattimento è uscita, salvo poi rientrare nel palazzo dopo poco. «Non la riconosciamo più: era fredda, distaccata, guardava nel vuoto. Non ci ha mai rivolto una parola», dice il papà di Luca uscendo dal tribunale. La linea da seguire, per la famiglia Sacchi, durante il processo per l’omicidio del figlio, sarà quella che già era stata annunciata negli scorsi mesi: la richiesta l’ergastolo per gli assassini di Luca.
Secondo l’accusa, il giovane è rimasto vittima di una trattativa finita male, per l’acquisto di quindici chili di marijuana. È stato freddato nel tentativo di difendere la ragazza, coinvolta nella vicenda. Durante la prima udienza verranno depositati nuovi elementi dell’accusa: si tratta di sms che chiariranno ulteriormente il ruolo dei personaggi all’interno della vicenda.
In aula, cinque dei sei protagonisti della vicenda. La fidanzata Anastasia Kylemnyk: su di lei pende l’accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. I due pusher Valerio Del Grosso e Paolo Pirino accusati di omicidio premeditato in concorso; con loro, Marcello De Propris, che ha fornito ai ragazzi l’arma utilizzata per uccidere Sacchi. Tutti e tre devono rispondere anche di rapina e detenzione illegittima di arma. Al banco degli imputati anche Armando De Propris, il padre di Marcello, proprietario della calibro 38 e accusato di detenzione di droga e di armi. Infine Giovanni Princi, accusato degli stessi reati di Anastasia, e secondo la Procura il regista della trattativa, ha richiesto e ottenuto il rito abbreviato.
Il fatto
Un appuntamento, fuori dal pub, durante il quale doveva avvenire uno scambio di droga: 15 chili di marijuana che Del Grosso e Pirino dovevano consegnare a Princi. La somma da pagare per lo scambio era di 70 mila euro: soldi che dovevano essere versati da Princi ma che, in realtà, si trovavano nello zaino di Anastasia. Quel denaro, mostrato ai due mediatori dei pusher, Simone Piromalli e Valerio Rispoli, prima della conclusione della trattativa, aveva attirato particolarmente la coppia Del Grosso-Prino. Il piano che salta alla mente dei due è semplice: rubare i soldi senza consegnare la droga. Allora scendono dall’auto in cui stavano aspettando e tentano la rapina portando con sé una pistola. Accanto alla ragazza, c’è il fidanzato Luca Sacchi che cerca di difendere Anastasia e nel tentativo viene colpito da un proiettile da Del Grosso. Il ragazzo si accascia a terra.
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