Coronavirus, lo strano caso di Giugnola: il paese tra due regioni in cui anche fare la spesa diventa un’impresa
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Giugnola è un paesino di 67 anime nel bel mezzo dell’Appennino tosco-emiliano. Di dimensioni ridotte, si trova a cavallo delle due Regioni. Una metà è toscana, l’altra metà è emiliana. In entrata e in uscita, due cartelli di benvenuto. Il primo: “Giugnola, frazione di Firenzuola”; il secondo “Giugnola, frazione di Castel del Rio”. Con la pandemia da Coronavirus e una burocrazia che non sempre viene in aiuto dei cittadini, il paese ha dovuto fare i conti con diversi problemi specie nella prima fase di lockdown.
Se dal 3 giugno saranno consentiti gli spostamenti tra regioni, questo fa tirare un sospiro di sollievo a chi tra gli abitanti della parte toscana potrà finalmente attraversare la strada per andare a trovare gli amici della parte emiliana. E viceversa. Una situazione folle, resa ancora più folle da esempi pratici come quello – raccontato da Il Giorno – dello spazzaneve che, inviato dal comune di Bologna, pulisce le strade solo nell’area di sua competenza, perché al resto deve pensare Firenze. O come nonno Emilio, 102 anni, che non può neanche uscire di casa per andare nel suo giardino. L’appartamento infatti si trova in Emilia, mentre il giardino in Toscana.
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La storia si ripete anche quando tocca andare a fare la spesa. Chi abita nella parte toscana invece di poter fare la spesa a 10 minuti dalla propria abitazione, non può e deve spostare per 40 minuti in macchina per raggiungere Firenzuola. Perché Castel del Rio, anche se più vicino, si trova però nell’altra regione confinante. E viceversa. Soltanto qualche giorno fa due persone della parte emiliana sono andate a una fonte di Piancaldoli, una frazione di Firenzuola a due chilometri da Giugnola: fermate dai vigili e multate di 500 euro.
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