Su Fca il dem Orlando parla su Repubblica e ci ripensa: «Bene le condizioni legate al prestito»
Il vicesegretario del Partito Democratico Andrea Orlando non sembra più credere che riportare la sede legale di FCA in Italia sia una condizione essenziale e imprescindibile per garantire il prestito al gruppo di 6,3 miliardi, chiesto a Intesa Sanpaolo e garantito all’80% da Sace per far fronte all’emergenza Coronavirus. Solo quattro giorni fa, il 16 maggio, l’ex ministro tuonava contro l’azienda che aveva avuto la pretesa di chiedere «ingenti finanziamenti», pur mantenendo la propria sede in Olanda. Ma ora un’intervista a Repubblica, criticata per come aveva trattato la vicenda che ruota intorno suo editore, il gruppo Exor della famiglia Agnelli, l’ex ministro dem sembra aver rivisto la sua posizione, considerandosi soddisfatto delle condizioni imposte sul prestito, come aveva garantito il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
May 16, 2020
Per Orlando il rimpatrio adesso è «un obiettivo», non una condizione
Orlando definisce il ritorno della sede in Italia «un obiettivo», facendo intendere che si tratta di uno scenario a lungo termine, slegato quindi dall’urgenza del prestito. Le uniche condizioni necessarie per la garanzia sul prestito sarebbero «la difesa occupazionale e degli insediamenti industriali». Niente da dire sul fatto che il blocco previsto sui dividendi, il cui pagamento agli azionisti servirebbe a sigillare la fusione con il nuovo gruppo PSA, sia soltanto di un anno.
Si ricompone dunque, almeno in apparenza, la frattura all’intero alla maggioranza, allineata alla posizione del segretario dem Nicola Zingaretti, intervenuto ieri sulla questione tramite un comunicato stampa. Per Orlando le differenze tra i due sarebbero soltanto negli “strumenti” utilizzati: da una parte Twitter, dall’altra un comunicato stampa. Nessun accenno al diverbio con il capogruppo al senato del Pd Andrea Marcucci che su Twitter aveva assunto una posizione opposta a quella di Orlando, definendola una «polemica slegata dai fatti».
Con quel tweet Marcucci aveva dato la sua approvazione a un’intervista in cui il segretario generale dei metalmeccanici Fim Cisl, Marco Bentivogli, difendeva la giustezza del prestito in quanto sarebbe servito a pagare lo stipendio degli operai e di tutti i lavoratori impegnati nella filiera in Italia (circa 400mila in tutto).
Sulle accuse ricevute da parte del sindacalista, Orlando è meno conciliante: «Bentivogli da una parte lancia accuse di populismo e dell’altra parla di discussione da salotto. Si metta d’accordo con se stesso. Io non mi sento né populista né radical chic». Alla sua replica piccata segue un colpo ai “populisti di destra”: « [..] faccio notare – dichiara Orlando – che non appena si passa dalle astrazioni alla concretezza dello sviluppo e degli interessi dei grandi gruppi i sovranisti scompaiono dalla scena».
Leggi anche:
- Il colpo di grazia del Coronavirus a Hertz, primo colosso a crollare. E ora trema anche Renault
- Cosa è obbligata a fare FCA per avere il prestito dello Stato? Molto poco: lo stop ai dividendi vale solo per il 2020 (per ora)
- Berta: «Le polemiche su Fca sono tardive. Lo Stato doveva muoversi diversamente sulla fusione con i francesi» – L’intervista
- Fca trova l’accordo col fisco italiano: contenzioso risolto con “soli” 730 milioni di euro
- Fiat Chrysler – Peugeot, missione compiuta. Annunciata la fusione, ecco i punti principali
- Viaggio nella fabbrica di Bergamo che non ha mai chiuso: «Ci siamo mossi da soli quando il virus in Italia sembrava fantascienza»
- Dati fermi al 26 aprile, tamponi in ritardo, tracciamento dei contagi insufficiente: ecco le falle del sistema che deve controllare se l’epidemia riparte
- Il piano di Macron: «Francia leader dell’auto elettrica in Europa». È davvero possibile?
- Caso Fca Italy, perché l’azienda non paga l’Irap da dieci anni. E perché è necessario render pubblici i «country by country report»
- Nikola Tre, il tir elettrico che Musk odia, che non esiste ma in borsa vale il doppio di Fca e che sarà prodotto in Italia (però gli utili vanno in Usa)
- «Al settore auto serviranno 3 anni per riprendersi», il manager Fca: «La produzione resta in Italia»