«Così Malta respinge i migranti verso l’Italia»: il video che incastra la Guardia costiera maltese
In un video si vede un’imbarcazione delle Forze armate maltesi circolare nervosamente attorno a un gruppo di persone, spingendole verso un gommone di plastica. Dietro a quelle immagini, diffuse sui social da Alarm Phone, la rete di sostegno indipendente per i migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo, c’è un’accusa precisa: Malta avrebbe respinto un centinaio di persone, arrivate nelle sue acque territoriali ad aprile, fornendo loro carburante e indirizzandoli verso l’Italia.
Il caso risale all’8 aprile quando un gruppo di 101 migranti lasciò la Libia per dirigersi verso l’Europa su un gommone. L’arrivo nelle acque territoriale maltesi sarebbe avvenuto l’11 aprile. La stessa imbarcazione arrivò successivamente a Pozzallo in Sicilia il 12 aprile dove finalmente fu accolta. In un primo momento il sindaco della cittadina siciliana aveva ipotizzato che i migranti fossero stati trasferiti da una nave madre su dei gommoni dai trafficanti libici, lasciandoli così nelle acque territoriali italiane.
Secondo l’inchiesta condotta dal Guardian nel Regno Unito e da Avvenire in Italia, con il sostegno di Alarm Phone, il cambio di rotta sarebbe avvenuto invece in punta di fucile. «Quando la nave militare si è avvicinata e ci ha minacciato con le armi, dicendo che dovevamo tornare in Libia, molti si sono buttati in acqua perché nessuno voleva tornare indietro», racconta uno dei sopravvissuti. La guardia costiera italiana, interpellata dai due quotidiani, ha detto di non aver ricevuto da Malta alcun avvertimento o notifica a riguardo.
Emerge così un ulteriore dettaglio nella partita a scacchi tra vari paesi europei per il salvataggio e l’accoglienza dei migranti e dei profughi provenienti dalla Libia. Nei giorni tra il 10 e il 13 aprile l’imbarcazione in questione non era stata l’unica a contattare Alarm Phone. Con i porti ufficialmente chiusi in Italia e a Malta per via dell’epidemia di Coronavirus, sono aumentati i respingimenti e, conseguentemente, anche i naufragi. In quei giorni una nave con a bordo 63 migranti, rinviata illegalmente in Libia tra il 14 e il 15 aprile, rientrò a Tripoli con 5 cadaveri a bordo e dopo aver perso altre 7 persone in mare.
Foto di copertina: Alarm Phone – Twitter
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