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Recovery Fund, Conte: «Alcuni Paesi non comprendono che siamo davanti a una sfida storica». E sul piano franco-tedesco: «Bene, ma serve molto di più»

20 Maggio 2020 - 13:48 Olga Bibus
«Non chiediamo generosità, ma responsabilità da parte dell'Ue. La Commissione presenti un piano ambizioso», dice il premier in un intervento su Politico.eu

A poche ore dalla proposta franco-tedesca di un fondo per la ripresa finanziato dagli Stati membri, quattro Paesi Ue, Austria in testa, hanno puntato i piedi. «Servono mutui, non contributi», dice Sebastian Kurz. «I soldi che andranno a Italia, Spagna oppure Francia vanno usati per superare la crisi e vanno restituiti», ribadisce la ministra austriaca per gli Affari europei, Karoline Edtstadler. Sulla vicenda è intervenuto anche Giuseppe Conte che ha lodato il Recovery Fund franco-tedesco, ma ha messo in guardia: «Se vogliamo superare questa crisi insieme, è necessario fare molto di più», dice in un intervento su Politico.eu.

Per quanto riguarda i Paesi del Nord che dicono no al fondo, secondo Conte: «Non comprendono che stiamo affrontando una sfida storica». «Le divisioni nell’Ue tra Nord e Sud sono sempre state sbagliate. Basare la risposta al Coronavirus su stereotipi distorti sarebbe più fuorviante che mai». «Quando la pandemia ha raggiunto l’Europa, il mio Paese è stato il primo e il più duramente colpito. Abbiamo agito risolutamente e la nostra esperienza è stata un esempio per molti altri Paesi che sono stati colpiti dal virus dopo di noi», continua il premier.

«Non chiediamo generosità, ma responsabilità da parte dell’Ue: è importante ricordare che nessun Paese sarà in grado di riprendersi da solo», dice il presidente del Consiglio. E infine si appella alla presidente dalla Commissione Ue: «L’Ue non ripeta gli errori del passato. Incoraggio pertanto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen a presentare nei prossimi giorni un’ambiziosa proposta per il Recovery Fund e il prossimo quadro finanziario pluriennale in linea con le esigenze e le aspettative dei cittadini europei».

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