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Fase 2, Salvini in Senato contro Conte. Ma viene contestato: «Se avete da ridere andate a casa»

21 Maggio 2020 - 15:19 Giulia Marchina
Tra i passaggi, quello sulla scuola e sulla decisione della ministra Bellanova di regolarizzare i lavoratori stranieri in nero

«C’è qualcuno a casa che non ha visto una lira di cassa integrazione e scorrendo le  pagine del nuovo decreto sono previste 9 settimane copertura da qui a fine ottobre». Esordisce così in aula al Senato Matteo Salvini quando scatta il suo turno per l’intervento in risposta all’informativa del premier Conte delle 12.30 sull’emergenza Coronavirus.  E prosegue: «Ma le settimane in questo periodo sono 22. Cosa fanno milioni di imprenditori? Vogliamo risposte. Se lei si affida al buon cuore delle banche…». Sulla ripresa economica del Paese, l’ex capo del Viminale spiega che per ripartire bisognerebbe affidarsi al “Modello Genova”: «Si é costruito quel ponte in un mese senza infiltrazioni né morti. Ma il governo é ostaggio della Cgil, l’Italia non può essere ostaggio della Cgil». 

Le contestazioni

Il discorso viene interrotto da una contestazione che arriva dai banchi del Pd e del M5s: «Che ridete? Cos’ha da ridere? Abbiate rispetto, non per me, ma per i 30 mila morti e per gli italiani che non hanno visto un euro dei soldi promessi. Non mi stupisce che chi questa mattina ha ironizzato sui morti della Lombardia continui a fare dell’ironia anche qui. Se avete da ridere andate a casa». Il capo della Lega vira velocemente sul Mes, definendolo una «fregatura»: «non è un regalo, ma un prestito con interessi e obblighi». Poi la scuola, la grande assente. «Ma che fase 2 è con le scuole chiuse? Avvisate la ministra Azzolina che ovunque in Europa le scuole stanno riaprendo». Ed è critico sulla didattica a distanza: «ditelo a chi fa l’alberghiero di usare la didattica a distanza. Qui c’è gente che vive su Marte». Infine, il commento sul provvedimento della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova sui lavoratori stranieri in nero: «State usando il virus per una sanatoria pericolosissima». 

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