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Maturità 2020, non ci sono presidenti di commissione: «Così è davvero impossibile, hanno paura del Coronavirus»

21 Maggio 2020 - 06:49 Fabio Giuffrida
A Milano manca il 50% dei presidenti di commissione. In tutta Italia, invece, secondo il Miur, si registra "solo" un 17% di posti vacanti. E i dirigenti regionali fanno appello agli insegnanti

Una nuova tegola si abbatte sulla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che, proprio in queste ore, sta facendo i conti con una carenza di presidenti di commissione alla Maturità 2020 (ruolo ricoperto d’ufficio dai dirigenti scolastici e, ma solo su base volontaria, dai docenti con dieci anni di anzianità, ndr). Un esame di Stato diverso da quelli degli scorsi anni: a causa dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, infatti, ci sarà una sola prova orale, in presenza, e senza scritti. Al via il 17 giugno, tutti con la mascherina anche se, durante l’esame, come confermato dal comitato tecnico-scientifico, potrà essere abbassata (purché venga mantenuta la distanza dei due metri).

A Milano manca il 50% dei presidenti

La situazione più grave è, manco a dirlo, nella regione più colpita dalla pandemia. «A Milano manca il 50% dei presidenti di commissione. Al momento sono state presentate 288 domande su 558 posti disponibili: vanno coperti 270 posti. Da una parte c’è chi non si sente al sicuro, dall’altra chi non si trova più qui, nella regione in cui insegna, perché nel frattempo è tornato a casa» ci spiega Massimiliano Sambruna della Cisl Scuola di Milano riferendosi ai tanti docenti, originari del Sud ma in servizio al Nord, che adesso si trovano nelle proprie città di provenienza (in regime di smart working per la didattica a distanza). Una situazione «preoccupante» che, in realtà, si registra non solo in Lombardia ma anche in Campania e nel Lazio.

Campania

Anche al Sud, infatti, sebbene il virus abbia colpito meno duramente, la preoccupazione è tanta: «Da noi, a Napoli, l’ufficio scolastico regionale ci ha fatto sapere che ad oggi sono pervenute poche domande, insufficienti a coprire le commissioni d’esame (tutti interni tranne il presidente, ndr). Ci hanno detto che è impossibile fare la Maturità in questo modo» ci spiega Rosanna Colonna, segretario regionale della Cisl Campania.

Posto che tutti gli anni è fisiologico arrivare al giorno prima della Maturità con ancora alcune commissioni da riempire, ora i possibili presidenti, secondo quanto racconta il sindacato, hanno paura soprattutto del contagio. E non si fidano delle autocertificazioni. «Come può un alunno o un docente sapere o garantire di non essere stato a contatto con persone positive negli ultimi 14 giorni? Come può sapere se è asintomatico?». L’ufficio scolastico regionale della Campania parla di «carenza di istanze», come vi mostriamo in questo documento.

Open | La circolare dell’ufficio scolastico regionale per la Campania

Lazio

Stessa storia nel Lazio – spiega Claudio De Sanctis, segretario generale della Cisl Scuola della Capitale – dove in molti hanno deciso di non presentare richiesta come presidenti per «non assumersi le troppe responsabilità a cui vanno incontro i docenti anche a fronte di retribuzioni non adeguate all’impegno richiesto».

Come si risolve il problema? L’ufficio scolastico regionale per il Lazio, chiede la massima collaborazione per «completare alcune commissioni, individuando ulteriori Presidenti. Rinnovo l’invito a rendersi disponibili, rivolto a tutti i dirigenti scolastici che non abbiano già provveduto» scrive il direttore generale.

E in effetti anche De Sanctis spiega che, negli anni, la «moral suasion» o le vere e proprie «pressioni» da parte degli uffici competenti hanno sempre risolto il problema: «In qualche modo la Maturità va fatta» e si è sempre riusciti ad arrivare all’obiettivo. Infatti «anche qui è stato chiesto di sollecitare i docenti a presentare domande», chiosa il sindacalista.

Open | La circolare dell’ufficio scolastico regionale per il Lazio

Funzionerà anche quest’anno l’appello ai docenti? Non è detto. A Napoli ad esempio, il sindacato Gilda è sul piede di guerra ed è «l’unico che non ha aderito al protocollo» del Miur. Il motivo? «Non è prevista la misurazione della temperatura all’ingresso, l’autocertificazione non ci dà alcuna garanzia sulla sicurezza. Come si fa a garantire che un alunno o un docente non siano ammalati? Questo è un modo per non assumersi responsabilità. Non sarebbe stato meglio fare un esame a distanza? Perché le sedute di laurea online sì e la Maturità no?» ci dice Antonietta Toraldo, docente di lingua inglese e coordinatrice provinciale di Gilda Napoli.

Il Miur a Open: «17% di posti vacanti»

Ormai manca meno di un mese al 17 giugno – data in cui cominceranno gli esami di Stato – e ancora molte regioni non hanno riempito le “caselle” mancanti. Presidenti di commissione cercansi. Da fonti vicine alla ministra Lucia Azzolina, apprendiamo che «sei regioni hanno chiuso», dunque hanno colmato i posti vacanti mentre per tutte le altre bisognerà attendere ancora un po’.

Dal Miur si dicono «sereni e certi che si risolverà tutto a breve»: «Nessun allarme, al momento manca circa il 17% dei presidenti di commissione. C’è tutto il tempo per arrivare preparati agli esami, gli uffici scolastici stanno reperendo i presidenti mancanti. Le mancanze, in realtà, sono in gran parte concentrate in Lombardia ed è comprensibile».

Ovviamente, resta l’incognita della curva epidemiologica: «Abbiamo previsto una clausola di salvaguardia che ci permetterà, se dovesse cambiare la situazione sanitaria (se dovessero aumentare i contagi, ndr), di fare esami anche a distanza» ha detto la ministra in conferenza stampa, rispondendo a una domanda di Open.

Foto in copertina elaborata da Vincenzo Monaco per Open

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