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Atlantia sfida il governo: stop agli investimenti su Autostrade. E annuncia vie legali

22 Maggio 2020 - 21:02 Chiara Piselli
Congelati tutti gli investimenti straordinari sulla rete a causa delle difficoltà per Autostrade di ottenere liquidità. Bloccati lavori per un valore di 14,5 miliardi. Il gruppo: «Gravi danni»

Autostrade per l’Italia potrà usare i 900 milioni di euro di credito già previsti per garantire le manutenzioni ordinarie e gli investimenti per la sicurezza della rete autostradale. Tutto il resto è rinviato a tempi migliori. La notizia arriva dall’ultimo consiglio di amministrazione straordinario di Atlantia – società leader nel mondo delle infrastrutture autostradali e aeroportuali -, nel corso del quale è stato comunicato lo stop agli investimenti straordinari a causa delle difficoltà per Autostrade di ottenere liquidità. Difficoltà che ha origine «dall’articolo 35 del Milleproroghe sul valore dell’indennizzo».

Congelati dunque per il momento tutti i lavori in corso di progettazione sulla rete autostradale, per un valore complessivo di 14,5 miliardi. Il Cda straordinario di Atlantia ha espressamente chiesto di rinviare «la realizzazione di altri investimenti» a quando saranno disponibili «le necessarie dotazioni finanziarie». Non solo. Viste le difficoltà di accedere al credito che procurano alla società «gravi danni», il gruppo Atlantia ha deciso di tutelarsi e di «dare mandato ai propri legali di valutare tutte le iniziative necessarie per la tutela della società».

Lo scontro con il governo

Le ragioni all’origine di questa azione legale di Atlantia contro il governo vanno chiaramente ricercate molto prima. Lo scorso 5 marzo Autostrade per l’Italia – controllata della società Atlantia – ha inviato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti una proposta formale con il fine di trovare una «soluzione condivisa» rispetto al procedimento di contestazione in corso da ormai quasi due anni con il governo. Ossia da quando, il 14 agosto del 2018, il ponte Morandi crollò su Genova, con un bilancio di 43 vittime, e il governo – specie il M5s – cominciò a chiedere a gran voce la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, e dunque (anche) alla famiglia Benetton che detiene il 30,25% di Atlantia.

In sostanza, dunque, quello che Atlantia ha recapitato al ministero di Porta Pia è un documento di proposte per porre fine al contenzioso che va avanti ormai da quasi due anni. Documento al quale il governo – stando sempre ad Atlantia – non avrebbe mai risposto «pur avendo esponenti dell’esecutivo manifestato pubblicamente, fin dallo scorso febbraio, la propria disponibilità a valutare le proposte di Aspi, e dichiarato inoltre, a fine aprile, l’avvenuta conclusione dell’analisi del dossier». Atlantia trova dunque nella «situazione di incertezza» prodotta dalla mancata risposta del governo – incertezza che starebbe procurando «gravi danni» alla società – la molla per intraprendere una azione legale.

Il governo – in particolare la componente dei 5 Stelle (mentre Italia Viva è di diverso avviso) – continua a voler revocare la concessione ad Aspi, preferendo invece che il controllo e la manutenzione della rete autostradale siano affidati ad Anas. In serata fonti di Iv fanno circolare tutt’altra posizione, in contrasto con l’alleato di governo: «Aspi deve poter accedere al credito come gli altri». Specie ora che «i settori delle autostrade e degli aeroporti sono stati pesantemente colpiti dalla pandemia. Vanno sostenuti».

Per concludere – anche se la vicenda resta aperta e in via di sviluppo – c’è un altro tassello che ha spinto Atlantia a muoversi per vie legali. Lo scorso mercoledì, il viceministro dell’Economia M5s Stefano Buffagni ha affermato che la famiglia Benetton non dovrebbe avere diritto ai prestiti garantiti dallo Stato, secondo le misure contenute nel decreto Rilancio («Domandare è lecito, rispondere è cortesia: no, grazie»). Preoccupata per queste affermazioni, in due giorni la società ha organizzato un cda straordinario e ha comunicato la sua decisione di congelare tutti gli investimenti straordinari (per un valore complessivo di 14,5 miliardi) e di affidare la pratica ai propri legali.

Il post di Buffagni

«Domandare è lecito, rispondere è cortesia: No, grazie». Così scriveva mercoledì 20 maggio il viceministro allo Sviluppo economico del M5s Stefano Buffagni in un post sulla sua bacheca Facebook per commentare la notizia secondo la quale le società che fanno capo alla famiglia Benetton stanno valutando di chiedere alle banche prestiti con garanzia statale per quasi 2 miliardi. Di questi, 1,2 miliardi dovrebbero essere destinati ad Autostrade per l’Italia, che Edizione controlla indirettamente attraverso Atlantia.

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