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Andrà tutto bene? Due italiani su tre pensano di no. E che ne usciranno peggiori di prima – Il sondaggio Ipsos

23 Maggio 2020 - 08:55 Redazione
In assenza di un piano politico efficace e chiaro sulla ripresa economica, alte percentuali di italiani guardano al futuro con pessimismo e ritengono che la "rabbia sociale" renderà difficile l'uscita dalla crisi

Il vero tema della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus è “la rabbia sociale”. O meglio, «i sentimenti di rabbia e divisione» che torneranno dopo un periodo di maggiore coesione definito dalla crisi sanitaria. Secondo un sondaggio Ipsos del Corriere della Sera, due italiani su tre pensano che questo senso di coesione è ormai un ricordo del passato, che tutto tornerà come prima e che proprio questo «ostacolerà l’uscita dell’Italia dalla crisi economica».

Nel sondaggio emerge anche un certo risentimento verso la propria categoria – tanto nell’affrontare questa fase quanto quelle che verranno. Ad esempio, secondo il 49% degli intervistati ci sono stati (e ci sono) troppi cittadini che hanno violato le regole sulle restrizioni senza capirne l’importanza (contro il 39% di parere opposto). Quasi che i continui richiami alle “responsabilità individuale” e la ripetuta messa alla berlina dei comportamenti sociali (permessi dalle stesse istituzioni) avesse davvero avuto un qualche effetto sulla percezione comune dell’emergenza.

La valutazione negativa non è riservata a tutti, ma a chi non fa parte della propria cerchia di amici/parenti. Secondo il 52% degli intervistati, i loro parenti e amici hanno rispettato in tutto e per tutto, e «con senso di responsabilità e consapevolezza», le disposizioni delle autorità mediche e politiche. Un quadro che non getta ottime premesse per i pensieri sul futuro: secondo il 63% degli intervistati, quando tutto sarà finito i nostri sentimenti «di rabbia e divisione» ci impediranno di uscire dalla recessione economica.

Se dovesse prolungarsi la crisi sanitaria, poi, secondo il 58% degli intervistati, saremo portati a «una maggiore chiusura verso gli altri».E intanto, come in una profezia che si autoavvera (come scrive lo stesso Nando Pagnoncelli) il 35% si dichiara già più arrabbiato rispetto a prima della pandemia (contro il 12%).

Dati Ipsos, elaborazione grafica del Correre della Sera

A confermare l’impressione che le risposte sul futuro siano orientate da una certa narrazione della Fase 2, c’è qualche contraddizione di fondo nelle risposte. Sullo «spirito di coesione manifestato nelle fasi più critiche», ad esempio, le opinioni si spaccano: per il 44% l’epidemia ha risvegliato il nostro senso civico, mentre per il 42% si è «enfatizzato troppo questo aspetto». Resta poi la confusione su quale sarà la valenza dei nostri rapporti interpersonali, che anche qui oscilla tra i due opposti: per il 38% la nostra fiducia negli altri ne uscirà rafforzata, mentre per il 36% non ci fideremo mica più così tanto.

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