Coronavirus, i ragazzi di Porta Venezia nel primo sabato sera dopo il lockdown: «La movida irresponsabile non è una questione di età» – Il video
La movida c’è e la distanza di un metro da rispettare è un confine labile tra buon senso dei singoli e oggettiva difficoltà nello stare lontani. Ad attenuare i rischi causati dagli assembramenti dell’aperitivo del sabato sera non è un’ordinanza, non sono i controlli e tantomeno i dehors o il plexiglas: è la pioggia a far desistere i ragazzi di Porta Venezia, uno dei quartieri più rinomati per la vita notturna.
Ieri, venerdì 22 maggio, sui corsi Como e Garibaldi era tutta un’altra storia. Le mascherine venivano giù e non solo per i sorsi di mojito: c’era un senso di leggerezza anacronistico con l’epidemia da Coronavirus che ha colpito particolarmente la Lombardia.
È vero che ogni quartiere, a Milano, ha la sua specie di avventori, ma se non ci fosse stato il nubifragio delle 20 a spezzare il primo sabato sera dopo il lockdown, l’aperitivo di Porta Venezia sarebbe diventato un grande assembramento incontrollato come quello del giorno precedente a Moscova.
Sarà che è difficile abituarsi a questo stravolgimento della socialità, sarà che gli spazi, per quanto ampi, si saturano per un rito a cui i milanesi non riescono a rinunciare, ma tenere la situazione sotto controllo appare praticamente impossibile. Nell’alzarsi per andare in bagno o semplicemente passeggiando, scontrarsi con qualcuno è inevitabile.
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha commentato «le foto, i video e le notizie riguardanti assembramenti in diversi comuni lombardi. Sono pronto a intervenire – ha annunciato – con nuove restrizioni per evitare che tutto il lavoro svolto fin qui grazie alla buona volontà della maggioranza dei cittadini venga vanificato da alcuni incoscienti». La nuova normalità appare troppo fragile e non si può aspettare che arrivi una pioggia a salvare i cittadini da loro stessi.
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