Scuola, manifestazioni in tutta Italia. La ministra Azzolina: «Necessario tornare tra i banchi a settembre»
Mentre l’Italia riapre dopo il lockdown causato dalla pandemia di Coronavirus, si fa sempre più alta l’attenzione sulla scuola, che invece resta chiusa fino a settembre, mentre nuove divisioni spaccano la maggioranza di governo. «Condivido la necessità di quanti chiedono di tornare tra i banchi a settembre. È una priorità per il governo», scrive su Twitter la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. «Come già detto più volte siamo al lavoro insieme al Comitato tecnico scientifico (che affianca l’esecutivo e fornisce pareri scientifici dall’inizio dell’epidemia, ndr) per la ripresa delle lezioni in presenza e in sicurezza a settembre».
May 23, 2020
L’anno «deve partire in presenza, in modalità quasi esclusiva», dice in giornata la viceministra all’Istruzione Anna Ascani in un’intervista a Repubblica. «Si possono immaginare lezioni a distanza solo per gli studenti delle superiori. Sotto i 14 anni la riproposizione della didattica da remoto allargherebbe un deficit culturale che già abbiamo registrato da marzo ad oggi».
E poi lancia la proposta di permettere «agli studenti di salutarsi in sicurezza, di nuovo insieme» per quest’anno. Ascani lo chiede al Comitato scientifico che monitora l’epidemia, perché, dice, avrebbe un forte valore simbolico «dare la possibilità agli studenti delle ultime classi dei singoli cicli, la quinta elementare, la Terza media, le quinte superiori, di potersi incontrare a scuola, se possibile anche nella loro aula, per celebrare l’ultimo giorno dell’Anno scolastico 2019-2020.
In sicurezza, a piccoli gruppi. Se proprio non si potrà dare il via libera per un incontro a scuola, immaginiamo allora un museo: l’ultima visita di istruzione nell’anno in cui gite e mostre sono saltate per l’emergenza. I comuni, rappresentati dall’Anci, la pensano come me».
Le divisioni nella maggioranza
Il tema della scuola vede nelle ultime ore una nuova divisione della maggioranza, questa volta sui concorsi per gli insegnanti, e sono ore decisive per trovare una quadra. La mediazione, ancora una volta, sta al premier Giuseppe Conte. Per domani potrebbe essere previsto un vertice di maggioranza che per il presidente del Consiglio vuole essere decisivo.
Il nodo – tra gli altri – è quello del concorso straordinario per 25mila nuovi insegnanti per i precari da almeno tre anni. Da un lato il Movimento 5 Stelle, che non intende smuoversi. Dall’altro il Pd (che trova la sponda di LeU, ma anche di Italia Viva e di Forza Italia).
«Bisogna valorizzare immediatamente il patrimonio di conoscenze dei precari e inserire il primo settembre 40mila insegnanti, non rinunciando al merito e alla selezione con una prova vera a fine anno scolastico», dice il capogruppo dei senatori Pd Andrea Marcucci.
«Sulla scuola le posizioni del Pd sono chiare e testimoniate dai nostri emendamenti presentati al decreto legge attualmente in esame al Senato», dice Marcucci. «L’emergenza sanitaria porta ad evitare il concorso a crocette e a sostituirlo con una prova che tutti i candidati potranno svolger e a fine anno scolastico». E invoca la mediazione di Conte e Azzolina.
«Sarebbe meglio destinare tempo all’organizzazione del nuovo anno scolastico in totale sicurezza, si riconosca il giusto merito a questi docenti rimasti troppo a lungo precari», sottolinea la vice capogruppo al Senato, Licia Ronzulli. «Penso che si troverà un equilibrio», dice in giornata il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, a L’intervista di Maria Latella su SkyTg24.
Le proteste
Roma
In tutta Italia – in 16 città comprese Roma, Firenze, Milano, Genova, Bologna – oggi sono scesi in piazza – a distanza di sicurezza e muniti di dispositivi di protezione – insegnanti, studenti, genitori, educatrici per chiedere l’«apertura delle scuole in presenza e in continuità da settembre». A organizzare le manifestazioni il comitato «Priorità alla scuola».
(Agenzia Vista) Roma, 23 maggio 2020
Genitori e insegnanti sotto il Miur: “Vogliamo tornare in classe a settembre”
L’associazione “Priorità alla Scuola” ha organizzato una manifestazione, insieme ad insegnati e genitori, sotto al Ministero dell’Istruzione per chiedere di tornare in classe in sicurezza a settembre.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
«In oltre 350 hanno manifestato a Roma, 500 a Napoli e 200 a Faenza», dicono gli organizzatori. «L’istruzione è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione italiana, la scuola deve riaprire in sicurezza dando priorità alla didattica in presenza. A settembre, a ben sei mesi dalla chiusura, non si potrà più parlare di emergenza. La ‘didattica a distanza’ è la didattica dell’emergenza, non è possibile proporla come soluzione per il nuovo anno scolastico 20/21».
«C’è stata grande partecipazione – spiega la referente romana del Comitato Cristina Tagliabue al termine della manifestazione a Trastevere, vicino al ministero dell’Istruzione. «Abbiamo cercato di mantenere le distanze, disinfettato il megafono tra un intervento e l’altro. È stato un momento gioioso e di festa per i bambini che hanno ritrovato dopo tanto la loro socialità, pur rispettando le regole».
Non solo: per domani Non Una di Meno Roma chiama a un’assemblea pubblica telematica sulla scuola, dalle 17 alle 19 «genitrici e genitori, insegnanti, studenti, operatrici, educatrici e personale scolastico a discutere e costruire proposte, pratiche e forme di mobilitazione per la scuola del futuro»
«La scuola è stata la prima a chiudere per il lockdown e, a fase 2 avviata, della scuola non si sa ancora niente. Mentre la didattica a distanza mostra enormi criticità – alcune delle quali emergeranno solamente nel medio termine – e su esami e valutazioni arrivano indicazioni tardive e inadeguate, sono attese le linee guida per settembre», spiegano da Nudm Roma.
«Con tutta probabilità, si prospetta la”modalità mista” in presenza/a distanza. Una soluzione di compromesso che assume l’emergenza come nuova normalità, senza dare risposte alle bambine e ai bambini, alle docenti e alle donne su cui viene scaricata la responsabilità di prendersene cura. Senza che, al contempo, vi sia attenzione all’essenziale funzione di socializzazione, sviluppo di autonomia e delle relazioni che svolge la scuola».
Milano
Dal centro alla periferia, su 100 scuole milanesi oggi sono comparsi striscioni con la scritta «Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza». La frase di Gramsci è stata scelta dal Comitato “Priorità alla Scuola” per chiedere la riapertura in presenza delle scuole di ogni ordine e grado a settembre. La manifestazione milanese con circa 2000 tra genitori, insegnanti e bambini, anche perché è stata l’unica organizzata non in una singola piazza, ma in tante sedi diverse.
«Con nostro grande stupore – racconta Maddalena Fragnito, referente milanese del comitato – abbiamo visto che da via Paravia alla zona Calvairate tutti si sono mobilitati per dire che la scuola è una priorità».
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