L’istituto di virologia di Wuhan risponde alle accuse Usa: «Il Coronavirus non arriva da qui, non c’è corrispondenza con i ceppi che abbiamo»
«La Cina è stata incompetente o non ha voluto fermare il Coronavirus». Questa è solo l’ultima uscita di Donald Trump contro la Cina. Da settimane il presidente USA punta il dito contro la gestione cinese del dossier pandemia. Pandemia che, secondo le prime versioni circolate ma smentite da più parti, sarebbe partita dall’epicentro di Wuhan, nella regione dell’Hubei, e poi si sarebbe diffusa in tutto il mondo. «Le misure che noi abbiamo preso hanno consentito di salvare milioni di vite», ha ribadito il capo della Casa bianca, nel corso della sua ultima intervista a Sinclair Broadcasting, ponendosi così dalla parte del giusto.
Ma intanto la Cina risponde in modo deciso alle accuse americane. L’istituto di virologia di Wuhan, più volte indicato dall’amministrazione Trump come possibile origine dell’infezione, ha spiegato di essere in possesso di tre ceppi vivi di Coronavirus ricavati dal pipistrello, ma nessuno di questi – stando a alla sua posizione – corrisponderebbe a quello che ha causato l’epidemia che ormai da mesi sta colpendo il mondo intero.
«Il Covid-19 non è arrivato dal laboratorio», ha assicurato la direttrice Wang Yanyi, in un’intervista a Cgtn (canale in lingua inglese della tv statale Cctv), rispendendo così al mittente le accuse definite una «pura montatura» e negando le responsabilità circa la diffusione del virus nel mondo. «L’istituto cinese di virologia di Wuhan ha tre ceppi vivi di Coronavirus legati a pipistrelli, ma nessuno di questi corrisponde a quello del Covid-19», ha argomentato Wang. Per settimane sono circolate online voci e accuse contro il laboratorio rispetto alla carenza sulla biosicurezza del laboratorio di Wuhan, informazioni riprese e citate più volte dal presidente americano Donald Trump e dal segretario di Stato Mike Pompeo.
«Questi sospetti sono una pura montatura e, tra l’altro, ci siamo trovati impreparati di fronte alla situazione. Come tutti, non sapevamo che il virus esistesse. Come sarebbe potuto fuggire dai nostri laboratori?», sono le parole della direttrice dell’istituto di virologia, specializzato nello studio di alcuni patogeni fra i più pericolosi al mondo. «Adesso abbiamo tre ceppi vivi – ha ribadito Wang – ma la loro somiglianza al Covid-19 raggiunge il 79,8%». La direttrice ha spiegato che il laboratorio ha reso noto di aver ricevuto i campioni di un virus sconosciuto «solo il 30 dicembre» e di aver determinato la sequenza del genoma «il 2 gennaio». Dopo di che ha trasmesso le relative informazioni all’Organizzazione mondiale della sanità «l’11 di gennaio».
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