Coronavirus, ora la Liguria è un caso: inchieste sulle Rsa e un trend in crescita da due settimane
Sono ormai 15 giorni che il dato relativo ai nuovi casi nella regione Liguria mostra un andamento costante, in crescita rispetto al minimo del 9 maggio, in cui si erano registrati 15 nuovi positivi. Da allora, quel numero non è mai sceso sotto quota 31, anzi: per quattro giorni ha superato quota 60 e la media nei 15 giorni è stata di 49,5 nuovi casi ogni 24 ore. L’ultimo dato disponibile, quello relativo al 24 maggio, indica 53 nuovi positivi al Coronavirus, facendo della Liguria la seconda regione italiana per incremento giornaliero dei casi totali, dietro alla Lombardia.
Sorpasso sulla Toscana?
È dall’ultima settimana di aprile che la Liguria ha superato la Toscana per incremento di casi giornalieri. Andando avanti così, nelle prossime 3-4 settimane, la Liguria potrebbe sorpassare la Toscana per numero totale di casi, a fronte di una popolazione di gran lunga inferiore: sono 3,73 milioni i residenti in Toscana contro 1,55 milioni di liguri. Altro fattore da considerare è il numero di casi testati in Liguria con il tampone, un terzo rispetto agli equivalenti toscani.
Indicatori preoccupanti
Analizzando i bollettini dell’ultima settimana, i dati relativi alla diffusione dell’epidemia in Liguria risultano ancora più preoccupanti. Nella regione al confine con la Francia si sono registrati 321 nuovi casi negli ultimi 7 giorni, cifra pressoché uguale a quella dell’Emilia-Romagna (326), regione più popolosa e più colpita dall’epidemia.
Solo Lombardia e Piemonte hanno dati relativi al contagio in numeri assoluti peggiori rispetto alla Liguria alla quale, tuttavia, spetta un primato allarmante: è la regione con il tasso di crescita medio settimanale dell’epidemia più alto in Italia, pari allo 0,49%. Escludendo il Molise per la particolare vicenda legata a un solo focolaio, molto piccolo in numeri assoluti, la Lombardia, al secondo posto, ha un tasso dello 0,38%.
Rapporto contagi-tamponi
Com’è stato per il caso Piemonte dove, per una buona fase dell’epidemia, non si è riusciti a eseguire una quantità di tamponi elevata, anche la Liguria risulta leggermente indietro con i test. La media nazionale del rapporto tra casi totali e numero di tamponi eseguiti è del 6,67%. Tale percentuale, in Liguria, schizza al 10,17%, praticamente analoga al Piemonte e seconda solo al 13% della Lombardia. La Toscana, che precede la Liguria nella lista delle regioni più colpite per numero di casi totali, ha un rapporto tra contagi e tamponi pari al 4,39%.
Pochi test?
Considerando il numero dei cittadini liguri, pari a 1,55 milioni, il numero di tamponi eseguiti è di uno ogni 16 abitanti, un dato peggiore di quello piemontese dove il rapporto è di un tampone ogni 15 cittadini. È vero che la media nazionale è di un test ogni 17 italiani, ma il calcolo tiene conto di regioni dove l’epidemia ha avuto un’incidenza di gran lunga inferiore rispetto al Nord Italia. Lombardia ed Emilia-Romagna, invece, sono allineate con la percentuale piemontese di un tampone ogni 15 abitanti. Il Veneto è riuscito a eseguire un tampone ogni 8 cittadini.
Questione Rsa
In Liguria è partita un’inchiesta per epidemia dolosa, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, che ha coinvolto sei case di riposo. Indagati i sei direttori sanitari delle strutture che hanno una cosa in comune: un tasso di mortalità anomalo. I morti nelle Rsa sono stati oltre il 200% in più, nel periodo tra il 20 febbraio e il 20 aprile, rispetto alla media dei tre anni precedenti.
Nella Residenza San Camillo sono morti 35 ospiti, circa 50 se si considera anche il mese di maggio: l’anno scorso, nel periodo sotto esame della magistratura, c’erano stati 5 decessi nella struttura genovese. In parallelo al lavoro dei giudici, il 26 maggio, i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle hanno annunciato che si insedierà una Commissione d’inchiesta. Fonti vicine al Consiglio regionale, tuttavia, smentiscono che i lavori della Commissione partiranno a stretto giro.
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