Coronavirus, De Luca ha fatto scuola: da Sala a Raggi, i sindaci diventano sceriffi
Stare col fucile puntato per continuare a esercitare un controllo costante su quello che accade nei Comuni alle prese con le riaperture della fase 2 non deve essere il massimo per i sindaci che si definiscono «stremati», per bocca del presidente dell’Anci Decaro. Eppure non sembra esserci altro modo che quello di combattere le ore calde della movida e degli assembramenti a suon di multe, ordinanze, e minacce di chiudere tutto di nuovo se viene meno il rispetto delle misure per il contenimento dell’infezione da Coronavirus.
Con l’estate che incalza e che chiama alla socialità, per combattere gli assembramenti e colpire chi non indossa la mascherina sembrano non esserci altri mezzi. I sindaci dei Comuni da Nord a Sud si scuriscono in volto, vestono i panni dello sceriffo di turno e, accigliati tanto quanto la gravità delle circostanze richiede, assumono un tono duro e intransigente: rispettate le regole o useremo le maniere forti. Il protagonismo di sempre passa dunque dagli imperativi netti rivolti ai cittadini.
Se nella fase 1 sono stati i governatori delle Regioni gli assoluti protagonisti, ora l’attenzione si sposta sotto i mille campanili italiani. Dai piccoli centri alle metropoli, il sentimento di chi amministra è sempre lo stesso: i cittadini devono rispettare le regole o saremo costretti intervenire in modo pesante.
Dietro l’angolo, lo spettro del Coronavirus che spinge gli amministratori locali a intraprendere le misure più severe. Si vedano le ultime ordinanze di Milano e Roma. Il meccanismo si ripete sempre uguale: le foto di denuncia che circolano sui social, le polemiche che si alzano in polveroni, le reazioni politiche che si rincorrono, e la stretta furiosa dei sindaci che si impone. Sembra che il modello De Luca – ‘o sceriffo per eccellenza – abbia fatto scuola.
E così Beppe Sala ha deciso di vietare a Milano la vendita delle bevande da asporto dopo le 19. Divieto che riguarda non solo i bar ma anche «i negozietti di prossimità, ma non i supermercati», ha detto il sindaco. «Di fatto quello che sanzioneremo sarà il consumo di alcolici in piedi se non sarà in un luogo dedicato, definito come spazio prospiciente al bar». L’ordinanza è pronta e la misura sarà in vigore da martedì sera. «La sanzione per chi non rispetterà le regole rimane quella attuale sul divieto di assembramento».
Più a Sud, la sindaca di Roma Virginia Raggi con la sua ultima ordinanza si è rivolta di nuovo «a chi non rispetta le regole» e sporca la città con l’abbandono dei dispositivi di protezione individuale usa e getta. La sanzione? Multe fino a 500 euro per chi abbandona guanti e mascherine usate per strada. «In questi mesi di emergenza sanitaria – ha detto Raggi – i nostri operatori ecologici hanno più volte segnalato di aver dovuto raccogliere guanti e mascherine usati, buttati per terra da persone incivili».
È che noi sindaci «non ce la facciamo più», si è sfogato il presidente dell’Anci. Siamo «in prima linea da tre mesi, ce la mettiamo tutta ma siamo soli, siamo stremati dalla gestione dell’emergenza e non vorremmo anche combattere le insidie della polemica politica», ha aggiunto Decaro riferendosi allo scontro sulle nuove figure di volontari su cui si è spaccata la maggioranza. Gli assistenti civici saranno dunque la soluzione? Fantascienza per Sala. «Non credo proprio che quei volontari a cui ha pensato il ministro per gli Affari regionali Boccia possano essere adatti per una realtà a rischio come quella della movida. Al massimo – ha concluso – possono aiutare nei parchi e nei mercati scoperti».
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