Diritti, in Costa Rica via libera alle nozze gay: è il primo Paese in America Centrale
La Costa Rica è nuovamente arcobaleno. Oggi, 26 maggio, è entrata in vigore una sentenza della corte suprema che nell’agosto 2018 legalizzava il matrimonio omosessuale. Il Paese, a maggioranza cattolica, diventa così il primo in Centroamerica e il sesto nell’America latina a rendere legale il matrimonio paritario. L’ultimo era stato l’Ecuador nel luglio del 2019. Si tratta di una grande vittoria per i gruppi LGBTQ+, senza festeggiamenti però (a causa del Coronavirus) e che rischia di riportare a galla le tensioni già esplose durante le elezioni presidenziali del 2018.
Una battaglia nata nel 2018
La questione del matrimonio paritario era stata al centro del dibattito per le ultime elezioni Presidenziali, esploso dopo che l’indicazione della Corte interamericana dei diritti umani all’inizio del 2018 perché anche il Costa Rica legalizzasse il matrimonio omosessuale, avendo aderito alla Convenzione americana sui diritti umani. Una battaglia di cui il presidente Carlos Alvarado si era reso portavoce e che aiutò a portarlo alla vittoria su Fabricio Alvarado, candidato evangelico che, invece, si era schierato contro la legalizzazione.
May 26, 2020
Nell’agosto 2018, circa sei mesi dopo le elezioni, la corte suprema del Costa Rica aveva dichiarato incostituzionale il divieto delle nozze omosessuali, aprendo la strada verso la sua legalizzazione. L’Assemblea legislativa aveva 18 mesi per apporre le necessarie correzioni, ma ha preferito non agire. Così, a mezzanotte il 26 maggio, è stata automaticamente annullata la legge che vieta il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
May 26, 2020
Una campagna, chiamata “I do” (“Lo voglio”), ha pianificato una serie di eventi televisivi per festeggiare il risultato e in televisione verranno trasmessi messaggi di auguri, anche da stranieri noti o di prestigio, come Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Nel frattempo in Costa Rica festeggiano sui social Luis Salazar, commissario presidenziale per gli affari della popolazione LGBTI, e il presidente Carlos Alvarado.
Circa tre ore fa, su Twitter Alvarado si è rivolto ai suoi concittadini in spagnolo per annunciare la legalizzazione: «Oggi celebriamo la libertà, l’uguaglianza e le istituzioni democratiche -ha dichiarato.- Possa l’empatia e l’amore essere la bussola che ci consente di andare avanti e costruire un paese in cui tutte le persone si adattino».
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