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Le Sardine vanno in pausa. Santori: «Non voglio generare una massa di frustrati che stanno più sul web che nella vita reale»

L'ultimo passo prima che il movimento delle Sardine si fermi per una «pausa di riflessione e risposo» sarà la diffusione di un «manifesto valoriale» il prossimo 28 maggio

A sette mesi dalla nascita del movimento delle Sardine, Mattia Santori preme il tasto pausa. Dei tempi del primo flash mob in piazza Bologna, il più noto dei quattro fondatori del movimento rimpiange l’entusiasmo con cui tutto è nato: «Sorridevo e mi fidavo delle persone». Da allora però di acqua sotto i ponti ne è passata, tra scontri interni e pressione mediatica diventata evidentemente insostenibile.

In una lunga lettera pubblicata su Facebook, Santori ammette quanto la «battuta d’arresto» registrata nelle ultime settimane, soprattutto con l’inizio del lockdown per il Coronavirus, sia legato anche alla stanchezza. Ma a pesare sono stati anche «i dissidi interni, le litigate per i post e le paranoie complottiste. Tante volte ho proposto di trovare un’alternativa alla mia persona. Per tantissimo tempo ho lavorato per abilitare una struttura che non dipendesse da me».

Quello che però rischiava di diventare il movimento a Santori non stava più piacendo. E nella lettera lo dice chiaro e tondo: «Non voglio assumermi la responsabilità di generare una massa di frustrati rabbiosi che passa più tempo sul web che nella vita reale. Il lockdown è finito e la politica può aspettare, perlomeno quella fatta a parole. Ho sempre avuto un’idea precisa di quel che avrebbero dovuto essere le sardine da grandi, e forse ho sbagliato ad aspettare tutto questo tempo a dirvela».

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