Coronavirus, il matematico Sebastiani: «Sulle riaperture sarei cauto. Alcune regioni hanno andamenti ancora allarmanti»
Nella serata di oggi, 29 maggio, l’Istituto superiore di sanità ha reso noti i risultati del monitoraggio degli indicatori per la fase 2 – tra il 18 e il 24 maggio – esprimendo sostanzialmente parere favorevole dal punto di vista sanitario rispetto all’ipotesi della riapertura dei confini per gli spostamenti tra le regioni a partire dal 3 giugno.
Secondo l’Iss, in Italia non ci sarebbe una situazione critica e il monitoraggio dell’epidemia da Coronavirus nei giorni successivi alla fine del lockdown fornirebbe un quadro tutto sommato incoraggiante. Ma secondo Giovanni Sebastiani – matematico del Cnr che sta lavorando allo sviluppo di modelli matematici in grado di effettuare previsioni sull’andamento dei contagi – è ancora tempo di cautela.
«Stando ai dati, per alcune Regioni i livelli di incidenza sembrano in realtà essere ancora alti», spiega. «Quello che più mi allarma è che, dopo circa una decina di giorni dalle riaperture del 4 e del 18 maggio noto dei cambiamenti nell’andamento dell’incidenza: la velocità con cui sta calando sembra essere diminuita. Penso ai casi della Lombardia, del Piemonte, della Liguria e della provincia di Trento (dove la curva, almeno in una prima fase, è addirittura risalita). Sono dati che lasciano un po’ in allarme».
Un’Italia a tre velocità
«Da quello che possiamo osservare, c’è un’Italia a 3 velocità», insiste Sebastiani. Tra le Regioni che a oggi risultano ancora a “rischio” alto ci sono appunto la Lombardia (oggi quasi al 70% dei contagi totali), la Liguria, il Piemonte e la provincia di Trento (che ha numeri assoluti bassi ma una curva in risalita). Le Regioni a medio rischio sono invece Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Toscana e Veneto. Quelle a basso rischio Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia, Sardegna, Puglia, Umbria, Bolzano e Valle D’Aosta.
«Nelle tre Regioni che hanno i valori più alti dell’incidenza ho visto un cambiamento nell’andamento – e non in positivo». Secondo il matematico, questi risultati suggerirebbero cautela: «Se non ritardare le riaperture, si potrebbe pensare a un’apertura all’interno dei tre gruppi che hanno più o meno le stesse condizioni. Aspettare due o tre settimane e poi decidere se aprire anche tra gruppi diversi».
La curva della Lombardia
La curva del Piemonte
La curva della Liguria
La curva della provincia di Trento
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