In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀItaliaTv

Addio all’artista Tinin Mantegazza: è morto il papà di Dodò de «L’albero azzurro»

01 Giugno 2020 - 11:28 Redazione
Illustratore, scrittore, sceneggiatore, narratore. Da tempo Mantegazza lottava contro il diabete

Tinin Mantegazza, artista, illustratore e scenografo, è morto a Cesenatico. Aveva 89 anni e da tempo lottava contro il diabete. Ricoverato per un malore all’ospedale Bufalini di Cesena, si è spento nella serata di ieri, 31 maggio. Mantegazza era noto per essere stato il creatore di Dodò, il pupazzo protagonista della storica trasmissione per bambini “L’albero azzurro”, che quest’anno festeggia i 30 anni.

Nel febbraio dello scorso anno era stato festeggiato al Museo della Marineria di Cesenatico. Per il suo compleanno e aveva presentato l’ultimo libro di racconti, «Restituiamo Roma al Vaticano (con tante scuse)», edito da Corsiero. Sempre nel 2019, il Comune di Bagnacavallo (Ravenna) gli aveva dedicato una mostra: Le sette vite di un creativo irriverente, in collaborazione con la Fondazione Tito Balestra onlus e Accademia Perduta/Romagna Teatri, per ripercorrere la sua carriera artistica e le invenzioni con cui ha segnato la cultura italiana dal secondo dopoguerra ad oggi.

Facebook, finestre sull’arte | Mostra al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo

Perché, infatti, l’energia creativa di Mentegazza era inesauribile. Scrittore, sceneggiatore, pittore, narratore, autore radiofonico, teatrale e televisivo. Negli anni collaborò anche con il giornalista Enzo Biagi, per il quale realizzava i disegni delle schede di approfondimento (il famoso Signor Toto).

«Perdiamo un artista unico – ha commentato il sindaco Matteo Gozzoli – e in grado di trasmettere tanto anche in valori. Tuttavia voglio ricordare Tinin con un sorriso e il ricordo della sua “Vela di luce” che siamo riusciti a riaccendere e si illuminerà sul porto di Cesenatico ad ogni calar del sole». Mantegazza era di origini milanesi, ma dagli anni 90 abitava a Cesenatico, dove si era trasferito perché «lì la gente è più simpatica». Viveva in una casa-studio, con vista sul porto della città.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti