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George Floyd. Agente FBI arrestato perché nero? Falso!

02 Giugno 2020 - 17:46 David Puente
Un agente nero dell'FBI si fa beffe della Polizia? Non era un federale e il movente non era razziale

Ci segnalano un video dove un ragazzo verrebbe arrestato «in quanto nero» da due «agenti di polizia razzisti» negli Stati Uniti, precisamente a Rochester nel Minnesota, durante le proteste per la morte di George Floyd. Secondo i racconti diffusi online, il ragazzo sarebbe stato rilasciato immediatamente dopo che i poliziotti avrebbero scoperto che si trattava di un agente dell’FBI. Ci sono diverse falsità in questa narrativa.

Il video virale

Ecco il video diffuso online tra il 31 maggio e il 2 giugno 2020:

Un “amico” che smentisce, ma non basta

Secondo alcuni il fact-checking si poteva riassumere in un tweet pubblicato da un utente di nome Abdullahi (@ajprotege), di non chiara identità, che sostiene che il ragazzo non sia dell’FBI, ma un paramedico di nome Atter:

This is one of my friends Atter. He is not an FBI agent but a Paramedic EMT. Atter is one of the most down to earth person know and is an extremely generous and kind friend. He is also a very patient person. This is the city of Rochester, Mn and the cops do this a lot.

Non sapendo chi sia questo Abdullahi, bisogna fare un ulteriore passo per verificare la sua versione.

Uno dei tweet dove è stato condiviso quello dell’account parodia di Robert De Niro contenente la notizia falsa.

Il «paziente zero» e il 2019

Il colpevole della diffusione del video è l’account Instagram @thisisnike1 che, il 31 maggio 2020, lo aveva pubblicato con il seguente commento dove leggiamo fin dalla prima riga il riferimento all’anno di registrazione:

Rocheters Minnesota Police Department

‪Somethin’ been telling me to hold on to this video over a year now, ok. “Some days we make it home or some days we make it 6 feet deep.” Imagine getting killed at home, while jogging, playing, minding your own business or just damn breathing? #BeingBlackInWhiteAmerica!! This incident happened a year ago. The Minnesota police department been corrupt. Can’t even smoke a damn cigarette in peace. @theshaderoom @cnn @goodmorningamerica @worldstar Share and post!! Enough is enough!! #minneapolis #minneapolisriots #twincities #rochestermn #blacklivesmatter #policebrutality #policeofficer #racism #racialprofiling
@shaunking @troubleman31 @realdlhughley @nickcannon @amandaseales @dailymail @theyoungturks ‬@Marclamont

L’utente, infatti, racconta che il video è stato registrato nel 2019 e dunque non risulta essere stato registrato durante le proteste per la morte di George Floyd.

La data di pubblicazione nel video pubblicato su Instagram: 31 maggio 2020 (nel tag “datetime” c’è un fuso orario, attenzione!)

Il video era stato condiviso il giorno prima, il 30 maggio 2020, nell’account Facebook di Nikee Lado:

L’FBI e il «movente razziale»

Ascoltando l’intero audio del video non si hanno riscontri sulla professione dell’uomo fermato dai due agenti. In base alle risposte ottenute da Reuters dal Dipartimento di Polizia di Rochester (MN), luogo dell’accaduto, l’uomo sarebbe stato scambiato con un altro e rilasciato sul posto proprio per questo motivo:

However, the Rochester (MN) Police Department confirmed to Reuters via email that, “Contrary to social media rumors, the individual was not a Federal Bureau of Investigations (FBI) agent.” The department said: “During the brief detention, identification was located showing he was not the individual the officers knew had a warrant. The individual was immediately released.“ Rochester Police also confirmed that the incident took place on June 1, 2019. A press release from the RPD on the exchange is visible here .

La ricostruzione fornita dalla Polizia risulta la più convincente proprio perché durante l’identificazione dell’uomo questo fa presente che non è lui quello che stanno cercando. Anche l’utente Abdullahi (@ajprotege), che abbiamo visto in precedenza, racconta questa versione in uno dei tweet:

The cops were accusing him of. Ring someone else. He told them he wasn’t and they proceeded to forcefully get his ID which in turn showed he wasn’t the person they thought he was. Racial profiling essentially

Le conferme del 2019

Una ulteriore conferma la troviamo in un comunicato pubblicato nel sito ufficiale Rochestermn.gov a seguito della diffusione del video sui canali social:

The officers believed they recognized a person known to have an arrest warrant for assault. The individual was roughly the same height, weight and age of the individual the officer believed to have a warrant. Officers approached the male and asked him his name. The individual was not cooperative in identifying himself to officers. The officers determined they had reasonable suspicion to detain the individual and determine his identity. During the brief detention, identification was located showing he was not the individual the officers knew had a warrant. The individual was immediately released. Contrary to social media rumors, the individual was not a Federal Bureau of Investigations (FBI) agent.

Nel video, infatti, l’uomo è stato rilasciato dopo che gli agenti hanno visto i suoi documenti attestando che non era la persona che stavano cercando. Nel video si intuisce, dalle parole e dalle espressioni del ragazzo, che veniva scambiato per un altro.

La prova finale

Ecco il post Facebook di Atter Monydel, paramedico di Rochester (Minnesota), dove condivide il video di Nikee (suo amico su Facebook):

Questo conferma le informazioni fornite dall’utente Abdullahi (@ajprotege), ossia il nome e il ruolo di paramedico.

La viralità dell’account parodia

A rendere particolarmente virale il video è stato anche l’account parodia di Robert De Niro con il seguente tweet del 1 giugno 2020:

Police brutality gone wrong this time. These two racist cops arrested a black man not knowing he’s an undercover FBI AGENT he confiscated their badges. #USAonFire

Un altro account, Tai (@worldtrav747), aveva fatto di meglio, ottenendo oltre 200 mila like sul social:

Conclusioni

Il video non riguarda affatto le proteste per la morte di George Floyd e risulta essere stato registrato nel 2019.

L’uomo era stato scambiato per un’altra persona ricercata dalla Polizia per aggressione, per questo gli agenti lo hanno rilasciato immediatamente dopo aver visto i suoi documenti.

Da questi fatti non si evince il movente razziale e viene smentita anche l’appartenenza all’FBI.

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