Rider in sciopero, ancora senza mascherine e gel: niente consegne al piano nel weekend
Fino ad oggi le loro parole sono rimaste inascoltate. Nonostante abbiano rifornito intere città durante il lockdown, esponendosi al rischio di contagio da Coronavirus come altri lavoratori che hanno continuato a frequentare i propri luoghi di lavoro, i rider ancora non hanno ricevuto i dispositivi di protezione individuale da parte di Assodelivery, la prima ed unica associazione del food delivery a cui aderiscono Deliveroo, Glovo, Just Eat, SocialFood e anche Uber Eats, recentemente commissariato dal Tribunale di Milano.
Più sicurezza sul lavoro, meno precarietà
Per questo, si legge su una nota pubblica su Facebook da Deliverance Milano, la rete nazionale ‘Rider X diritti’, i rider in tutta Italia sciopereranno questo weekend. Per riuscire ad avere non soltanto i Dpi, ma anche un confronto sui protocolli di sicurezza nelle apposite sedi istituzionali.
In mancanza di questo, si passa allo sciopero. Continueranno le consegne, ma da venerdì 5 a domenica 7 i clienti dovranno scendere a ritirare la consegna al portone, mantenendo la distanza di sicurezza di 1 metro e mezzo. «Perché la nostra #sicurezza è la loro e siamo stanchi di non essere ascoltati dalle multinazionali che si comportano con noi come dei #caporali», continua la nota.
La parola “caporali” non è usata a caso. L’accusa nei confronti di Uber Eats da parte del Tribunale di Milano è proprio quella di caporalato e riguarda da una parte lo sfruttamento degli “invisibili”, pagati una miseria (si parla di 3 euro a consegna) dall’azienda, costretti ad implorare per essere pagati e in alcuni casi anche a rinunciare alle mance. Dall’altra riguarda invece lo sfruttamento dei rider da cittadini in regola che affidano i loro documenti ai rider senza permesso di soggiorno, per poi riscuotere una cifra mensile sul loro lavoro: anche loro autentici caporali.
In questi giorni starà anche ai clienti venire incontro ai rider. In un post precedente di Deliverance del 18 maggio si legge che in passato «di fronte al rifiuto di un rider di effettuare la consegna al piano, minimizzando i pericoli sanitari, alcuni clienti abbiano mandato un feedback negativo sul fattorino in questione, compromettendone il punteggio e la prenotazione dei turni la settimana dopo».
Leggi anche:
- Mahmoud: «Io rider, Cavaliere della Repubblica pagato a cottimo, ho acquistato 1200 mascherine per aiutare l’Italia. Ora sogno di fare l’infermiere»
- Un rider, un anestesista e una addetta alle pulizie in ospedale: i 57 cavalieri bianchi del Coronavirus
- Rider, la denuncia dei fattorini di Uber Italy: «Dagli intermediari minacce e pagamenti mancati»
- Caporalato ai danni dei rider: il Tribunale di Milano commissaria Uber Italy
- Coronavirus, l’attacco dei rider milanesi: «Senza mascherine e guanti. Rischiamo multe di 5mila euro»
- Caporalato in Calabria, cinque arresti: costringevano gli operai stranieri a mangiare per terra