Tre autori ritirano la firma dallo studio contro l’idroclorochina per il Covid-19
Il controverso studio pubblicato su Lancet che aveva sollevato dubbi sull’uso della idroclorochina per combattere il Coronavirus ha perso tre dei quattro autori, dopo che questi hanno ritirato la loro firma. Secondo lo studio, l’antivirale idroclorochina non solo non aveva effetti positivi nel contrasto al Covid-19, ma poteva anche essere dannosa. I tre hanno dichiarato di non poter «garantire la veridicità delle fonti», come ha reso noto Lancet. Resiste invece il quarto autore, quello più discusso, cioè Sapan Desai, responsabile dell’azienda Surgisphere, che ha fornito i dati.
I dubbi sullo studio
Lo studio si era basato su dati che comprendevano 96 mila pazienti ricoverati tra dicembre e aprile in 671 ospedali. Dati raccolti dalla Surgisphere e sui quali i tre autori avevano tentato un’ulteriore verifica con uno studio indipendente. Peccato però che l’azienda di Desai non ha mai permesso di accedere alle informazioni, trincerandosi dietro gli accordi di confidenzialità con i clienti, cioè gli ospedali che avrebbero fornito i dati.
Surgisphere smascherata dal Guardian
Un’inchiesta del Guardian aveva fatto emergere come sia l’Oms che i governi di alcuni Paesi avevano cambiato la propria strategia contro il Coronavius basandosi proprio sui dati forniti da una misteriosa azienda americana, appunto la Surgisphere, che tra i suoi dipendenti poteva vantare uno scrittore di fantascienza e una modella di contenuti per adulti.
Sin dall’inizio della pandemia, la Surgisphere ha fornito una serie di studi per Lancet e il New England Journal of Medicine, i cui dati, la loro origine e la metodologia utilizzata non venivano mai spiegati. Sulla base di quegli studi però, sostiene il Guardian, alcuni governi del Sud America hanno preso le proprie decisioni, mentre l’Oms ha deciso di interrompere i test sulla discussa idroclorochina. Quello stesso farmaco che Donald Trump si è vantato di autosomministrarsi ogni giorno, nonostante l’assenza di conferme scientifiche sulla sua efficacia contro il Coronavirus.
Il Guardian sostiene che molti impiegati dell’azienda americana non hanno una formazione scientifica. Pochi i follower su Linkedin, dove fino a pochi giorni fa veniva riportata una lista di soli sei impiegati, poi passati a tre. Nonostante l’azienda sostenga di gestire uno dei più importante database di ospedali al mondo, sul web la sua presenza è praticamente nulla. Pochi follower anche su Twitter, dove non ci sono post tra l’ottobre 2017 e il marzo 2020. Peggio va a proposito del suo amministratore delegato, Sepan Desai, coinvolto in almeno tre cause per malasanità, che lui in un’intervista a The Scientist aveva bollato ovviamente come «infondate».
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