Casapound, 16 indagati per associazione a delinquere e occupazione abusiva. E la data dello sgombero diventa un’incognita
Nello stabile al civico 8 di via Napoleone III, a Roma, da ieri i militanti di CasaPound, per la prima volta dal 2003, da quando hanno occupato abusivamente quel palazzo di pregio all’Esquilino, hanno dovuto fare i conti con il fatto che prossimamente verranno sgomberati. Ieri, 4 giugno, l’annuncio: venti famiglie, non tutte in difficoltà – tra loro anche alcuni impiegati del Comune – verranno mandate via.
Per la Procura, quell’immobile altro non è che il quartier generale di un’associazione a delinquere finalizzata all’istigazione dell’odio razziale. Inoltre è utilizzato non per emergenza abitativa, ma per finalità politiche, in modo abusivo. Il gip, per ora, ha riconosciuto solo uno dei reati contestati, ossia quello di occupazione abusiva. Per l’associazione a delinquere ha invece richiesto un supplemento di indagini, come spiegato dal Messaggero. Entrambe le accuse sono state ipotizzate dalla Procura nei confronti di 16 indagati: tutti militanti del movimento di estrema destra. Tra loro, alcuni personaggi noti, come Simone Di Stefano, Andrea Antonini e Gianluca Iannone.
La data dello sfratto, per adesso, rimane un’incognita. Mentre per il sequestro, spetterà alla Prefettura stabilire se piazzare il palazzo nell’elenco dei 23 sgomberi urgenti della città o scegliere un iter diverso. Non sarà dunque un blitz, e i tempi potrebbero dilatarsi di parecchio. Al mancato sgombero, in questi 17 anni, si aggiunge un danno erariale da 4,5 milioni di euro. La somma corrisponde, secondo un’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, alla mancata riscossione dei canoni d’affitto. Per questo motivo la Corte dei Conti ha citato in giudizio 8 dirigenti statali.
La reazione di Di Stefano
«Non è stato notificato nessun atto quando sarà fatto verrà impugnato e si cercherà di bloccarlo con gli strumenti giudiziari del caso», ha detto Simone Di Stefano leader del movimento, intervenuto su Nsl Radio e Tv. «Ministri e viceministri hanno detto: finalmente lo sgombero. Gli occupanti stanno ancora lì, non si è visto ancora nessuno». Poi le accuse nei confronti della sindaca della Capitale: «Alla Raggi piace creare questa narrazione in cui lei è lo Stato contro l’illegalità perché cerca di recuperare voti a sinistra. Lei vorrebbe presentarsi con la testa di Casapound ma i cittadini di questa cosa non gliene frega niente. Io penso che Casapound resterà li fino all’elezione del nuovo sindaco».
La sindaca Virginia Raggi ha commentato su Twitter la notizia: «Finalmente qualcosa si muove sullo sgombero del palazzo occupato abusivamente da Casapound in centro a Roma. Ripristiniamo la legalità». Ad agosto scorso la sindaca della Capitale aveva già disposto la rimozione della scritta dalla facciata del palazzo. «Voglio restituire gli spazi di via Napoleone III a chi ha davvero bisogno di un tetto», ha detto poi Raggi in un’intervista a Repubblica.
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